Storia e StorieAerodinamica: il contributo dei monaci cavesi al lancio del pallone aerostatico

Aerodinamica: il contributo dei monaci cavesi al lancio del pallone aerostatico

Il futuro abate Carlo Mazzacane e i benedettini cavesi furono gli autori dei primi voli a Napoli, Cava e Salerno

Inserito da (redazioneip), giovedì 26 settembre 2019 11:24:54

Il gruppo Cava storie, che ha lo scopo di far conoscere a grandi e piccini le bellezze di Cava de' Tirreni e dintorni, specie quelle di cui poco si parla, ha voluto ricordare il primo volo di un pallone aerostatico in Napoli, effettuato dal futuro abate cavese D. Carlo Mazzacane nel gennaio del 1784.

La notizia è estrapolata dal "Liber recordationum" conservato alla Badia di Cava de' Tirreni. La cronaca ricorda che il 23 febbraio 1784, verso le 22:30, si svolse un esperimento nella casa ("situata in un'amena campagna chiamata il Gaudio Piccolo") del canonico Andrea Carraturo (autore delle Ricerche Storico-Topografiche della Città e Territorio della Cava) a Cava in quel periodo abitata dal "Cavaliere D. Gaetano Filangieri, fratello del Principe d'Arianello". Il testo dice: "fu mandato in aria un pallone volante, ch'era stato fatto dal P. D. Benedetto Spasiano monaco di questo Monastero colla direzione del P. Lettore D. Ignazio Mazzacane" il tutto alla presenza di nobili e personalità metelliane e salernitane. Il pallone fu scrutabile per un quarto d'ora e poi scomparve; fu ritrovato molti giorni dopo a Napoli presso S. Brigida. Dal testo sappiamo che il primo tentativo era avvenuto giorni prima ma non riuscito a causa della pioggia che aveva fatto precipitare il pallone in una masseria nei dintorni della casa.

Solo un mese dopo, precisamente il 23 febbraio, come riporta Aniello Ragone sul quotidiano La Città di Salerno del 21 settembre scorso, lo stesso esperimento fu effettuato nella "Città della Cava". Venne proposto a casa Carraturo alla presenza di Gaetano Filangieri. Il pallone venne creato da Don Benedetto Spasiano sotto la direzione di D. Ignazio Mazzacane (fratello del futuro abate). Dal documento sappiamo anche come avvenne il tutto e soprattutto la preparazione del pallone: "L'uno e l'altro erano di pelli di battiloro e pieni d'aria infiammabile cavata dall'olio di vitriolo gettato sovra la limatura di ferro".

Anche la città di Salerno richiese una tale manifestazione pubblica nel perimetro delle sue mura. Fu richiesto a D. Ignazio di preparane uno per i salernitani che non riuscì a prendere il volo nel giorno 9 marzo a causa di fessure nel pallone non ermeticamente consolidate. L'esperimento riuscì il giorno 15 marzo. In quella data si fece alzare un pallone di diametro palmi 10 (circa 2,64 metri) dalla "loggia di Ruggi in mezzo alla fiera".

Galleria Fotografica