CronacaParco Schwerte, aspettiamo la tragedia?

Parco Schwerte, aspettiamo la tragedia?

Inserito da (admin), martedì 5 febbraio 2013 00:00:00

Non si può e non si deve restare indifferenti quando una concittadina ci riferisce, ancora spaventata, quanto le è accaduto nell’attraversare il “polmone verde” dell’area nord della Città di Cava de’Tirreni, il parco Schwerte.

Erano appena passate le 19 di domenica 3 febbraio 2013, quando la quarantenne signora Maria (nome convenzionale), una donna di “bella presenza” direbbero in tanti, dopo aver varcato il cancello d’ingresso del parco, quello posto di fronte al bar Remo di via Vittorio Veneto, non appena si è accinta a percorrere il viale per raggiungere l’uscita nord-est (quella di fronte alla sede dei Cavalieri della Pergamena Bianca) per raggiungere la sua abitazione di via XXV Luglio, si è vista avvicinare da due dei quattro soggetti che erano seduti sotto il gazebo, i quali, proprio per l’avvenenza della gentil donna, hanno iniziato a seguirla, rivolgendole, in un pessimo italiano, frasi indecenti. Dalla descrizione fattaci, possiamo affermare che erano i soliti quattro rumeni! La donna, spaventata, senza alcun indugio è tornata di corsa verso l’uscita del parco, ma proprio in quell’istante è sopraggiunto un suo vicino di casa, che, rincuoratala, ha con lei proseguito la “marcia” verso l’abitazione.

La presenza dell’uomo ha scongiurato ogni eventuale perversa intenzione dei quattro soliti rumeni che, ubriachi, fanno di tutto e di più nel parco, ben sapendo che gli equipaggi delle “volanti” della Polizia di Stato, delle “gazzelle” dell’Arma dei Carabinieri e della “pronto impiego” della Polizia Locale non entrano mai nel parco Schwerte per monitorare l’intera area e procedere verso quanti potrebbero porre in essere maldestre intenzioni. I quattro rumeni, verso la fine dello scorso anno, in una serata di pioggia, servendosi di un telo di plastica di grandi dimensioni, hanno totalmente “fasciato” il gazebo, mangiando e bevendo a dismisura, tanto che il mattino seguente abbiano visto il gazebo ancora fasciato, carta, cartoni, sacchetti di plastica, lattine e bottiglie di vino adagiati intorno al tavolo; il tutto rimosso dalla signora Lidia Faella, impavida “crocerossina” della Se.T.A. S.p.A., la quale da anni, con cadenza quotidiana, rimuove quanto gli altri, non solo rumeni, abbandonano nel parco, in special modo avanzi di pizza, bottiglie e lattine. Bene farebbero gli agenti della PolStato, dell’Arma e della Polizia Locale, ci dicono ripetutamente i frequentatori del parco Schwerte, come anche la signora Maria, se nel corso dell’attività istituzionale entrassero nel parco e verificassero quanto accade; procedendo di conseguenza.

La signora Gerarda, che abita in via Vittorio Veneto ed i cui balconi affacciano proprio sul parco, più volte ci ha riferito, ma lo ha fatto anche agli agenti della Polizia Locale, che a sera, quando l’area verde è chiusa, giovani e meno giovani, servendosi della cassetta Enel posta all’angolo fra via Vittorio Veneto e via Clemente Tafuri, scavalcano la recinzione ed una volta dentro fanno quello che vogliono, arrecando anche danni alle aiuole, alle piante, alle panchine, alla fontanine e non solo. Il quadrivio di via Tafuri-via Veneto, prosegue la signora Gerarda, è eternamente occupato da autovetture in doppia e tripla fila (cosa che accade, aggiungiamo noi, anche in quello di corso Mazzini-via Talamo), arrecando grave intralcio alla circolazione stradale, inquinamento acustico ed atmosferico.

«Quello che c’infastidisce - prosegue la signora Gerarda - è che vediamo transitare le pattuglie della Polizia Locale e qualora si fermano, ma deve andare bene, gli agenti iniziano a fischiare, rendendo libero per pochi minuti il quadrivio, poiché “tutto torna come prima”, per non parlare delle auto in sosta fra le strisce pedonali ed i marciapiedi e noi mamme, con le carrozzine, per poter passare, dobbiamo assoggettarci ad una continua gimcana».

Noi aggiungiamo che lasciare che i cittadini continuino a fare quello che vogliono e dove vogliono, ci allontana ancor più dalla legalità, oggettiva realtà sempre più bramata dalla stragrande maggioranza del popolo di Cava de’Tirreni.

Livio Trapanese

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