CronacaIniziato il processo a carico del giudice Lamberti

Iniziato il processo a carico del giudice Lamberti

Inserito da (admin), venerdì 11 maggio 2001 00:00:00

L'ex giudice della Corte d'Appello di Napoli, Alfonso Lamberti, è incapace di stare in giudizio perché non può difendersi. Con questa eccezione, consacrata in una consulenza tecnica che i difensori dell'ex magistrato salernitano hanno consegnato alla corte, si è aperto ieri mattina il processo all'aula bunker di Fuorni (presidente Videtta). Sedici gli imputati e, tra questi, il giudice, accusato di concorso esterno in associazione camorristica. Lamberti avrebbe allacciato rapporti strettissimi con Gennaro Citarella e Carmine Alfieri, favorendo il clan della Nuova Famiglia negli anni '80 -'90. L'allora giudice presso la Corte d'Appello di Napoli avrebbe offerto il suo appoggio, riducendo e revocando misure di prevenzione personali e patrimoniali, a boss e personaggi di spicco dell'associazione mafiosa. Un patto, stipulato con Alfieri, che prevedeva uno scambio continuo di soldi e favori. Tra le circostanze imputate all'ex magistrato c'è anche l'intervento del capo clan su Francesco Carusone, anche lui vicino all'organizzazione, ed in particolare su Giuseppe Olivieri, affinché liberasse un locale di Cava de' Tirreni adibito a negozio, rinunciando a pretendere compensi di alcun genere, favorendo così alcuni progetti di ristrutturazione. E Alfieri sarebbe sceso in campo per fornire due bombe che sarebbero servite a Lamberti per intimidire il professore Carmine Montefusco, che il giudice considerava l'amante della moglie. Nel processo che si è aperto ieri, e che, dopo la fase delle eccezioni, è stato rinviato al prossimo 15 giugno, vengono ricostruiti anche alcuni episodi di passaggio di decine di milioni da esponenti del clan al giudice. Come i 5O milioni pagati al magistrato per aggiustare un grave giudizio per estorsione aggravata in danno della Infrasud. Mazzette che sarebbero state pagate anche per modificare misure di sorveglianza speciale e ridurre cauzioni nei confronti di affiliati al clan. E, in un'altra occasione, i favori tra il giudice e i boss sarebbero consistiti in regali molto costosi, come orologi Rolex ed altri oggetti d'oro. Un rapporto strettissimo che, secondo l'ipotesi accusatoria, sarebbe servito a favorire l'egemonia del clan Alfieri.