Cronaca"Cava in Corte", va in scena l'Unità d'Italia

"Cava in Corte", va in scena l'Unità d'Italia

Inserito da La Redazione (admin), venerdì 23 settembre 2011 00:00:00

Rivalutare e far risplendere il patrimonio architettonico di Cava de’ Tirreni attraverso il ricordo degli avvenimenti storici che portarono all’Unità d’Italia. Domenica 25 settembre, a partire dalle ore 19.00, la splendida cornice del Borgo Scacciaventi rivivrà alcune fasi descrittive del periodo che viveva la Campania tra il 1828 ed il 1870 attraverso la rappresentazione teatrale “Cava in Corte”.

Organizzata dall’associazione “Teatro in Corte”, con il patrocinio della Città di Cava de’ Tirreni, tre saranno le rappresentazioni teatrali portate in scena in altrettanti palazzi storici del borgo porticato e che si susseguiranno con intervalli di 15 minuti.

A Palazzo Stendardo, Francesco Puccio e Simone Fasano della compagnia “Kagalogathoi” presenteranno “I moti insurrezionali del 1828”; a Palazzo Genoino, invece, Eva Chiorazzo e Manuela Casaburi della compagnia “I Mordimatti” saranno impegnate in “Un telo bianco”, scena volta alla riflessione sul significato dell’inno di Mameli. Ed infine, a Palazzo Quaranta, la compagnia di teatro, musica e danza “Gens Mitilia” (composta da Geltrude Barba, Pietro Paolo Parisi, Sabatino Apicella, Peppe Bisogno e Carolina Damiani), con la partecipazione delle allieve della scuola di danza “Artedanza” di Alessandra Palumbo, proporranno “L’arriv ‘ra lengua straniera”.

Liberamente tratta dal “Ferdinando” di Annibale Ruccello, nello specifico la scena “L’arriv ‘ra lengua straniera”, a cura di Geltrude Barba e Pietro Paolo Parisi, rivivrà in chiave ironica e sarcastica la vicenda della Baronessa Lucanigro, che, ribellatasi al nuovo Regno dei Savoia e fingendosi malata, si rinchiuse in una delle sue proprietà in campagna, lontana dai frastuoni politici cittadini, in segno di protesta. Qui verrà assistita da un’isterica dama di compagnia (sua cugina), da un sacerdote “vicino” ai Savoia e da un medico filoborbonico a lei ideologicamente prossimo. Il tutto inquadrato in una più ampia preoccupazione che affliggerà la Baronessa: l’arrivo di suo nipote Ferdinando.

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