CronacaCava: cittadini firmano petizione contro apertura comunità per ragazzi disagiati, la delusione di “Emmaus”

Cava: cittadini firmano petizione contro apertura comunità per ragazzi disagiati, la delusione di “Emmaus”

«Quando poi sono iniziati gli “avvertimenti” diretti e personali agli operatori di Emmaus che abitano a Cava, abbiamo dovuto alzare le mani ed arrenderci»

Inserito da (ranews), mercoledì 30 maggio 2018 15:45:48

Hanno scritto una lettera aperta alla cittadinanza i volontari di "Emmaus", una Cooperativa sociale con sedi in tutta Italia che si occupa di aiutare concretamente le fasce più deboli della società. La Cooperativa, infatti, aveva presentato il progetto di apertura, a Cava de' Tirreni, di una comunità per «adolescenti che, pur non presentando vulnerabilità sanitarie o giudiziarie, provengono da contesti di difficoltà economica, disagio sociale e povertà educativa». Ma i coinquilini dell'appartamento in centro prescelto per la struttura hanno da subito fatto sentire il proprio dissenso, inviando alla Cooperativa «diffide nelle quali venivamo rappresentati come portatori di rischi sanitari, emergenze per l'ordine pubblico e chissà cos'altro» e firmando «una petizione popolare presentata al Comune per chiedere che non aprissimo la nostra comunità».

Scoraggiati e delusi dalle azioni di pochi individui, i membri di Emmaus hanno perciò deciso di raccontare la propria disavventura ai cavesi, convinti della loro «sensibilità e apertura all'altro». Di seguito il comunicato integrale diffuso a mezzo Stampa.

 

Gentili tutti,

 

per chi non ci conoscesse, Emmaus gestisce alcune comunità alloggio per donne maltrattate, gestanti e donne con bambini. Emmaus si occupa anche di adolescenti che, pur non presentando vulnerabilità sanitarie o giudiziarie, provengono da contesti di difficoltà economica, disagio sociale e povertà educativa.

Alcuni di questi ragazzi, affidatici dal Settore Civile del Tribunale per i Minorenni o dai Servizi Sociali Territoriali, sono nostri ospiti all'interno di una struttura collocata in un contesto rurale privo di stimoli culturali e ricreativi, un luogo raggiungibile attraverso una impervia strada di montagna che in inverno rimane talvolta isolata per le condizioni meteorologiche; pur trovandosi a pochi chilometri dal Capoluogo di Provincia, i mezzi pubblici sono rari durante i giorni feriali e completamente assenti la domenica e i festivi e in ogni caso impiegano circa un'ora per raggiungere il Centro di Salerno.

Per queste ragioni, molti di questi ragazzi sono stati trasferiti in appartamenti al centro di Salerno e questo trasferimento ha consentito loro di fruire di servizi idonei alla loro crescita psicofisica ed all'integrazione nel tessuto sociale.

Visto il successo di queste iniziative, avevamo pensato di sperimentare una analoga soluzione in uno dei centri della provincia più belli e vivibili, ricco di storia, cultura ed occasioni di svago. E così la scorsa estate abbiamo preso in fitto un appartamento al centro di Cava de' Tirreni con l'intenzione di trasformarlo in una confortevole abitazione in cui alcuni ragazzi, assistiti durante l'intero arco delle 24 ore da psicologi, educatori e assistenti sociali, potessero risolvere i traumi familiari subiti e allo stesso tempo potessero studiare, cercare lavoro, fare passeggiate, andare al cinema con l'auspicio che in un futuro, non molto lontano, potessero infine "farsi una propria vita".

Neanche il tempo di concretizzare questo sogno... Neanche il tempo di presentarsi all'amministrazione condominiale per rassicurare sull'assenza di particolari rischi per il contesto ospitante un progetto di tal fatta... Neanche il tempo di chiedere l'aiuto del vicinato per far sentire questi giovani sfortunati come se stessero a casa loro... Che una vera e propria rivolta è stata fomentata da pochi individui, che sicuramente non rappresentano la stragrande maggioranza dei cavesi, la cui sensibilità e apertura all'altro ci sono ben note!

Ci sono pervenute diffide nelle quali venivamo rappresentati come portatori di rischi sanitari, emergenze per l'ordine pubblico e chissà cos'altro; i nostri ragazzi - che non erano stati ancora guardati in faccia da nessuno degli accusatori - venivano bollati come delinquenti, violenti e malati, inidonei a risiedere in un palazzo già abitato da bambini e anziani.

Abbiamo cercato di parlare, di spiegare... Abbiamo provato a chiedere sulla base di cosa si fosse stabilita l'incompatibilità tra i nostri ragazzi ed i loro, per quale ragione i nostri ospiti venissero visti come una minaccia per anziani e bambini... Abbiamo trovato prima silenzio e poi chiusura, pregiudizi e ostilità, ripetiamo tutto ciò da parte di pochi ma pochi così rumorosi da spaventarci e farci riflettere prima di proseguire nel nostro progetto.

La conflittualità ha raggiunto l'apice con una petizione popolare presentata al Comune per chiedere che non aprissimo la nostra comunità. Quando poi sono iniziati gli "avvertimenti" diretti e personali agli operatori di Emmaus che abitano a Cava, abbiamo dovuto alzare le mani ed arrenderci.

Nessuna ipocrisia: Emmaus eroga servizi socioassistenziali che hanno un valore economico riconosciuto dallo Stato e dalle Sue Leggi, dalla Regione Campania e dai suoi Regolamenti, dai Servizi Sociali e dai loro Piani di Zona e ci avrebbe fatto piacere far vedere ad una Città che amiamo la qualità del nostro modo di lavorare, una qualità che - si perdoni il tono autoreferenziale - ci fa esistere da quasi quarant'anni indenni a climi politici, crisi economiche e aree di potere.

Diciamo così: un'occasione mancata per noi ed un'occasione sprecata per la Città alla quale qualcuno ha impedito di mostrare la parte migliore di sé.

Da ultimo un ringraziamento all'Amministrazione Comunale che ha ascoltato con attenzione le nostre istanze e alla quale continueremo a rivolgerci con fiducia e stima.

E grazie a tutti coloro che nel leggere queste righe, comprenderanno il senso della frustrazione che stiamo attualmente vivendo.

Galleria Fotografica