CronacaArriva il servoscala, Gino torna a sorridere

Arriva il servoscala, Gino torna a sorridere

Inserito da (admin), lunedì 19 luglio 2010 00:00:00

La vita di Gino, un giovane cavese di 37 anni, affetto da una grave patologia che lo costringe su una sedia a rotelle, da oggi torna ad essere vita nonostante la sua minorazione fisica. Da anni la sua casa era diventata la prigione del suo corpo, già in cella perché sulla sedia a rotelle. Per anni a lottare contro le ingiustizie della società il papà e la mamma. Finalmente il loro calvario e quello del figlio è terminato. Grazie all’impegno ed alla determinazione della famiglia, degli amici di Gino, della dott.ssa Grazia Gentile, direttrice del Distretto sanitario metelliano. Che ha contagiato tutti. Dal Comune e dai suoi Servizi Sociali al mondo del volontariato, tutti hanno dato un contributo forte a ché il calvario di Gino e della sua famiglia fosse cancellato.

Nella mattinata di oggi ufficialmente i Giordano hanno voluto ringraziare gli attori protagonisti del loro film a lieto fine. Finalmente, grazie ad un servoscala dal piano terra al terzo piano, montato a spese dell’Asl, il ragazzo di 37 anni potrà tornare ad uscire di casa. A tornare libero pur nella sua grave limitazione. E gli occhi lucidi di Gino, la voce rotta dalla commozione del papà e quella stampata sul volto di tutti i partecipanti alla cerimonia sono stati eloquenti della gioia e della felicità che si sono vissute.

L’onorevole regionale Giovanni Baldi ha esordito così quando il servoscala ha portato per la prima volta a terra Gino: «Si vive oggi quella che dovrebbe essere sempre la sintesi tra le Istituzioni ed i cittadini. Conosco Gino da 30 anni, so bene le difficoltà che ha dovuto affrontare e che affronta nella quotidianità. Ora una risposta l’ha avuta. Le barriere architettoniche abbattute. Ma altre ben più irte barriere, quelle del cuore, le ha superate con quello sguardo pieno di gioia con il quale ha accolto il servoscala. Per lui e per la sua famiglia, che qui saluto con affetto, un giorno pieno di giustizia».

A fargli eco per l’Amministrazione comunale l’assessore Vincenzo Passa (assenti per impegni pregressi il sindaco Marco Galdi e l’assessore Vincenzo Lamberti): «Abbiamo dimostrato che quando si fa squadra si possono superare tutte le barriere possibili ed immaginabili. All’appello lanciato dal mondo del volontariato ed in primis dalla famiglia di Gino hanno saputo rispondere bene il Distretto Sanitario ed il Comune, ciascuno per le proprie competenze».

La dott.ssa Grazia Gentile, responsabile del Distretto Sanitario, è stata la vera artefice del miracolo vissuto oggi. Con grande senso civico e coraggio ha raccolto la provocazione dell’associazione di volontariato dei genitori della Nostra Famiglia e della parrocchia di Sant’Alfonso, ha messo in moto la rete di solidarietà intorno al caso e nel giro di poco tempo ha trovato le risposte giuste. Che si sono concretizzate nella realizzazione del servoscala nel civico 32 di via Papa Giovanni XXIII. «E’ un giorno indimenticabile per me e per tutti noi - ha dichiarato - E’ la migliore risposta che potessimo dare alla sete di giustizia sociale che la famiglia Giordano anelava da tempo. Noi non abbiamo fatto altro che mettere in moto la rete di contatti necessaria a trovare le risposte giuste. Che a volte non troviamo per troppa superficialità e distrazione. Siamo fieri di quello che abbiamo fatto. Un grazie a tutti gli attori del miracolo».

Il papà di Gino, con le lacrime agli occhi e la voce rotta dalla commozione, ha parole di ringraziamento per tutti: «La felicità di Gino, la mia felicità voglio condividerla con tutti quelli che ci sono stati vicini in questi anni di difficoltà e di sofferenza. Un grazie all’associazione Genitori de La Nostra Famiglia, al suo presidente Enrico Apuzzo, ai volontari dell’Unitalsi, a quelli della parrocchia di Sant’Alfonso ed al loro parroco, don Gioacchino Lanzillo, che ha benedetto il servoscala. M soprattutto un grazie di cuore a Grazia Gentile ed al Distretto, che avendo capito il dramma che ha vissuto nostro figlio non ha lesinato ogni sforzo per andare oltre la miopia delle leggi e dei budget economici da rispettare. Un grazie a tutte le Istituzioni che ci sono state amiche in questa battaglia di civiltà vinta».

Antonio Di Martino

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