Territorio e AmbienteAl Liceo Genoino di Cava de' Tirreni incontro con l’ex camorrista e scrittore Cosimo Rega

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Al Liceo Genoino di Cava de' Tirreni incontro con l’ex camorrista e scrittore Cosimo Rega

L’iniziativa - organizzata dalla professoressa Elvira Narbone - si inserisce nel progetto “A testa alta”, coordinato dalla professoressa Angela Di Gennaro

Inserito da (redazioneip), martedì 26 novembre 2019 15:37:24

Domani, mercoledì 27 novembre, alle 11:00, presso l'aula magna del liceo scientifico "Genoino", l'ex camorrista e scrittore Cosimo Rega incontrerà gli studenti con i quali parlerà di cultura e legalità. Dialogherà con Rega la dirigente scolastica del "Genoino" Stefania Lombardi. L'iniziativa - organizzata dalla professoressa Elvira Narbone - si inserisce nel progetto "A testa alta", coordinato dalla professoressa Angela Di Gennaro.

Il personaggio - Fine pena mai. Trentotto anni di ergastolo ostativo già scontati, tre omicidi alle spalle, un riscatto attraverso il teatro e di un amore duraturo che non si è fermato nemmeno davanti al muro del carcere a vita. È Cosimo Rega, di Angri, ex camorrista nel clan Alfieri Galasso. La sua casa è il carcere di Rebibbia, dove i fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno girato il pluripremiato film "Cesare deve morire" con attori detenuti nel reparto di massima sicurezza. Cosimo interpretava Cassio.

Cosimo ora è attore e scrittore: la passione per il teatro è stata la chiave del suo riscatto. Nel 2012 fonda un gruppo teatrale a Rebibbia, nel 2012 pubblica il suo primo romanzo "Sumino ‘o Falco - autobiografia di un ergastolano" (Robin edizioni). Grazie all'affetto dei familiari, della cultura e di parte delle istituzioni, è un uomo recuperato, un uomo per bene. Ma Cosimo sa che la sua morte avverrà all'interno di un istituto penitenziario perché sconta l'ergastolo ostativo. «Il carcere ti incattivisce e crea odio» ha sottolineato Cosimo Rega in un'intervista. «Il problema - aggiunge - non è soltanto il sovraffollamento ma anche la mancanza di alternative: in carcere non si fa nulla! Si rimane sdraiati sulla branda».

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