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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieTotò e il quadro dell'antenato di Cava de' Tirreni, storia di un acquisto mancato
Scritto da (redazioneip), martedì 16 febbraio 2021 10:31:52
Ultimo aggiornamento martedì 16 febbraio 2021 10:31:52
Camillo de Curtis, gloria di Cava de' Tirreni del '500, è un personaggio che ha sempre fatto parlare di sé nel corso degli anni, sia per via delle sue cariche che per la sua discendenza. Consigliere dei Regi collegi collaterali dapprima e presidente della Somma Real Camera poi all'epoca di don Pietro Giron, duca d'Ossuna, viceré di Napoli, e di Sicilia, sotto Filippo III di Spagna, de Curtis è ricordato per essere anche un presunto antenato del ben più famoso Antonio de Curtis, in arte Totò.
Negli anni '60, come scrive Cava Storie, il principe della risata venne a sapere dell'esistenza di un quadro, conservato al Comune di Cava de' Tirreni, raffigurante il suo antenato Camillo. Totò era disposto a pagare qualunque cifra pur di entrare in possesso dell'opera, che avrebbe potuto dimostrare la discendenza del comico dai marchesi De Curtis di Somma vesuviana a cui era imparentato l'omonimo ramo nobiliare di Cava. Tuttavia, il Comune cavese, nella persona del sindaco Eugenio Abbro, si rifiutò di venderlo, motivando la sua decisione così: «L'antenato di Totò era ed è una gloria cavese!».
La notizia del quadro si sparse velocemente nella città metelliana, tanto che il giornale Castello del Gennario 1961 scrisse: «Se Totò vorrà vedere il suo antenato, potrà recarsi ogni tanto a Cava; così anche i cavesi avranno il piacere di vedere lui di persona e non soltanto sullo schermo».
Foto: Cava Storie
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