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Tu sei qui: SezioniPoliticaScuola a Cava de' Tirreni, Trezza contesta ordinanza del sindaco: «Mancano i dati per la chiusura!»
Scritto da (redazioneip), mercoledì 7 aprile 2021 14:28:32
Ultimo aggiornamento mercoledì 7 aprile 2021 14:28:56
Davide Trezza di Potere al Popolo torna ad attaccare le scelte dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco Vincenzo Servalli. In una nota pubblicata sui social, il candidato sindaco di Cava de' Tirreni alle ultime elezioni comunali interviene sulla decisione del sindaco di sospendere le attività didattiche in presenza dal 7 al 10 aprile per la scuola dell'infanzia, scuola primaria e primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado (pubbliche e private) con contemporanea attivazione della didattica a distanza DAD.
«Mi preme fare alcune considerazioni per chiarire il contesto e il quadro generale in cui interviene l'ordinanza del Sindaco di Cava de' Tirreni che proroga la chiusura delle scuole fino al 10 Aprile. - esordisce Trezza - La norma emanata dal Governo, il decreto legge n. 44 del 1 Aprile 2021, assicura su tutto il territorio nazionale l'apertura dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e del primo anno della scuola secondaria di primo grado.
Con l'ordinanza emanata nella giornata di ieri dal Sindaco Servalli si deroga all'apertura delle scuole degli anni e gradi citati senza esplicitare il parere delle autorità sanitarie competenti, senza analizzare l'RT nella popolazione scolastica e facendo riferimento a un generico "principio di precauzione" mai indicato dalla normativa nazionale.
La deroga alla chiusura sarebbe invece prevista "solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus SARS-CoV-2 o di sue varianti nella popolazione scolastica. I provvedimenti di deroga sono motivatamente adottati sentite le competenti autorità sanitarie e nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche con riferimento alla possibilità di limitarne l'applicazione a specifiche aree del territorio." I bambini che frequentano la scuola dell'infanzia, le scuole elementari o la prima media vivono passaggi fondamentali, unici, irripetibili nella propria crescita. E' ampiamente provata la condizione di disagio generata in questa fascia d'età dopo un anno di didattica a distanza davanti ai dispositivi elettronici.
In questo momento la scelta politica più giusta per il bene della collettività tutta ci impone non di prendere la scelta più facile ma uno screening completo della popolazione scolastica, disponendo test rapidi antigenici per il ritorno a scuola in sicurezza.
Lasciare che il populismo amministrativo - forse in cerca di like facili o di "porti sicuri" sul piano del consenso in un momento però in cui ormai sono palesemente in discussione i diritti fondamentali di ciascuno di noi - prenda possesso di Palazzo di Città e consenta che si calpesti la cultura, l'istruzione, l'educazione dei bambini, senza uno straccio di copertura giuridica, è un salto nel vuoto che non possiamo permetterci».
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