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Tu sei qui: SezioniPoliticaRianimazione a rischio, Trezza: «Giù le mani dall'Ospedale di Cava! Reparto prezioso in tempi di Covid»
Scritto da (redazioneip), mercoledì 7 ottobre 2020 10:29:55
Ultimo aggiornamento mercoledì 7 ottobre 2020 15:59:57
Dopo Luigi Petrone, tocca a Davide Trezza di Potere al Popolo intervenire sull'argomento più discusso del momento: la possibile chiusura del reparto di anestesia e rianimazione dell'Ospedale Santa Maria Incoronata dell'Olmo di Cava de' Tirreni.
«Aprire la rianimazione al "Da Procida" è giusto. Ma nessuno provi a usare questo pretesto per toccare la rianimazione a Cava. La foto in evidenza è tratta da una protesta del Novembre 2017 quando ricordammo a De Luca che qui non avrà vita facile se vorrà proseguire nello smantellamento del SS. Maria Incoronata dell'Olmo. Oggi come in passato, giù le mani dall'ospedale di Cava».
«Oggi la notizia del rischio chiusura della Rianimazione presso il SS. Maria Incoronata dell'Olmo di Cava ha generato molta rabbia in città. La rabbia è giusta ma non dobbiamo finire preda dei soliti avvoltoi che lanciano allarmi confusi e non consentono alla città di unirsi per difendere ciò che è giusto tenersi stretto con le unghie e con i denti. L'Ospedale Da Procida - così come il SS. Maria Incoronata dell'Olmo - è parte dell'AOU "Ruggi". L'enorme carenza di personale e la contestuale riapertura della Rianimazione al Da Procida rischia di generare la scellerata scelta dei vertici aziendali con lo spostamento del personale da Cava che - già esiguo - provocherebbe l'inattività del reparto cavese».
«I vertici del Ruggi devono: modificare il piano triennale del fabbisogno di personale adeguando la pianta organica e prevedendo tutte le ASSUNZIONI necessarie a far vivere i reparti attualmente attivi sul territorio NELL'IMMEDIATO attivare PROCEDURE URGENTI per il reclutamento di anestesisti, rianimatori, personale infermieristico, anche a tempo determinato, con la stabilizzazione e l'assunzione nei tempi necessari. Direi che abbiamo tutte le ragioni del mondo - soprattutto in piena emergenza Covid in cui proprio i rianimatori e i ventilatori polmonari hanno salvato decine di vite - a voler difendere una risorsa così preziosa».
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