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Tu sei qui: SezioniPoliticaOspedale di Cava de' Tirreni, lo sfogo di "Potere al Popolo": «Politica piegata a De Luca anche se si tratta di uccidere la salute»
Scritto da (redazioneip), giovedì 5 novembre 2020 11:30:42
Ultimo aggiornamento giovedì 5 novembre 2020 11:31:02
«L'ordine di chiusura del Reparto di Rianimazione dell'Ospedale SS. Maria Incoronata dell'Olmo è solo la pietra tombale su difficoltà che da anni colpiscono la città di Cava de' Tirreni e le zone limitrofe». Esordisce così la nota stampa di Potere al Popolo di Cava de' Tirreni, che interviene sulla chiusura del reparto di rianimazione al nosocomio cittadino.
«I mesi di propaganda elettorale da parte di De Luca, in un silenzio interessato dell'amministrazione cavese rieletta, hanno finito per colpire oggi ancor più duramente i punti deboli che già conoscevamo bene e per i quali in questi mesi poco o nulla è stato fatto.
Chi già era in difficoltà oggi viene "razionalizzato" per "far fronte all'emergenza". Un'emergenza che sembra avere una fine tutt'altro che scontata, con i virologi che addirittura in questi giorni paventano già l'arrivo di una terza ondata di contagi.
La maggioranza consiliare, ancora una volta, si riduce ad accettare supinamente e a cercare le parole giuste per giustificare le decisioni del governatore De Luca e le promesse di ripristino, a "emergenza conclusa", della Rianimazione.
Il Sindaco Servalli ancora una volta riduce tutto a uno scontro politico con le opposizioni e non parla a una piazza che negli anni, con i comitati e con le mobilitazioni che hanno difeso in ogni modo il diritto alla salute dei cittadini, meriterebbe maggior rispetto.
La chiusura del Reparto di Rianimazione alimenta le preoccupazioni per un presidio ospedaliero che non riesce a pesare sul piano politico valorizzando tutte le proprie peculiarità. Il passaggio, targato Galdi/Caldoro, in capo al Ruggi e le continue discutibili scelte organizzative della Direzione del Ruggi ai danni dell'Ospedale di Cava in questi anni avvalorano l'idea di un utilizzo del SS. Maria Incoronata dell'Olmo come mera stampella di altre strutture e altre zone considerate evidentemente da qualcuno come più importanti.
L'ennesima dimostrazione ci viene data in queste ore dalla Direzione del Ruggi che, dinanzi a una proposta messa in campo dai lavoratori per riorganizzare la Rianimazione tenendo aperto il reparto di Cava, da giorni continua a non dare nemmeno risposta!
Il tutto in una situazione nella quale si sarebbe potuto ASSUMERE IL PERSONALE NECESSARIO dalle graduatorie degli specializzandi o degli ultimi concorsi mentre si è preferito, senza pensarci due volte, sacrificare Cava per aprire la Rianimazione all'Ospedale Da Procida.
D'altra parte, capirete bene, mantenere delle sale operatorie senza una Rianimazione toglie operatività all'intero ospedale cavese rendendo più difficile anche un'eventuale "marcia indietro" una volta che sarà terminata l'emergenza.
In più, l'emergenza di cui pochi parlano è quella del diritto alla salute negato ogni giorno ai pazienti non covid. Oltre all'influenza da Covid19, che vive di continui ritardi nei tamponi e in una tracciabilità dei positivi in evidente difficoltà, il blocco delle visite ambulatoriali e delle attività di elezione e gli affanni della medicina territoriale ci condannano a sperare, per chi può permetterselo, solo di non aver bisogno di nulla in questi mesi.
L'odissea che si trova ad affrontare chi ha bisogno di visite o di cure non la auguriamo davvero a nessuno.
La Commissione Sanità comunale che pure era stata riattivata anni fa, all'indomani della chiusura di Ginecologia e delle lotte dei cittadini, con un tentativo di coinvolgimento dei comitati e dei principali responsabili sanitari dell'area, oggi è solo un lontano ricordo di cui si è persa traccia e che oggi sarebbe risultata una legittima sede in cui affrontare l'ennesima scure sulla città.
Oggi si dovrebbe cogliere l'occasione per accelerare l'implementazione dei servizi di medicina territoriale e un miglior collegamento alle esigenze del territorio della stessa con una valorizzazione dell'attività delle Associazioni Funzionali Territoriali (AFT) dei medici di base e delle attività delle USCA che hanno bisogno di maggiore personale, assunto con contratti adeguati a tempo indeterminato.Di tutto quello che potrebbe mettersi in campo non vi è traccia. Cava de' Tirreni resta vittima di un'assenza di programmazione sanitaria e una cattiva gestione politica nelle sedi che contano.
Oggi è il tempo delle scelte. C'è bisogno di una politica che prenda posizione!
Noi sappiamo da che parte stare.LA SANITÀ PUBBLICA È LA PRIORITÀ ASSOLUTA!».
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