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Tu sei qui: SezioniPoliticaL'accusa di Luigi Petrone: «Il Comune di Cava de' Tirreni fa cassa con gli immobili abusivi»
Scritto da (redazioneip), venerdì 11 settembre 2020 09:37:17
Ultimo aggiornamento venerdì 11 settembre 2020 09:37:17
Accuse pesanti quelle di Luigi Petrone. Il candidato sindaco di Cava de' Tirreni, a capo della lista "La Fratellanza", attraverso un comunicato rilasciato ai principali organi stampa, ha accusato il Comune cavese di far cassa con gli immobili abusivi. Di seguito il comunicato integrale a garanzia della completezza d'informazione:
«Prima di entrare nel merito della discussione - esordisce Petrone - si premette che siamo per il rispetto della legge e contro qualsiasi abusivismo. Non possiamo però ignorare che il programma comunale, voluto dall'amministrazione uscente Servalli, prevede con la delibera n. 33 che l'immobile abusivo, una volta acquisito a patrimonio comunale, può essere assegnato a colui che lo detiene a semplice domanda. Il fitto viene determinato secondo la dimensione dell'immobile e il reddito personale del detentore.
A questo punto bisogna segnalare che gli ex proprietari, di questi immobili, avendo presentato istanze di condono ai sensi della 326/03 e avendo pagato gli oneri dovuti al comune, possono chiedere la restituzione delle somme versate, a suo tempo, nelle casse comunali. In considerazione di ciò, al Comune come si stanno regolando?».
«Il Comune - continua il candidato sindaco - stipula i contratti di fitto determinandone il costo del canone e poi, in secondo momento, chiedono all'affittuario (gli ex proprietari dell'immobile espropriato) gli ultimi 5 anni fitto arretrato. Così facendo, scalano poi queste somme da quelle che devono restituire all'ex proprietario per i condoni. Quindi, con la scusa di non abbattere gli immobili il Comune fa cassa. Tutto ciò è completamente illegittimo dal punto di vista amministrativo:
Primo - perché su questi immobili edificati senza permesso, occorre ottenere il parere "Paesaggistico" per perfezionare l'acquisizione al patrimonio comunale per poi ridestinarli ad uso sociale.
Secondo - una volta negato il condono, occorre rifare le ordinanze ai sensi del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 cosa che a tutt'oggi non è stata fatta.
Tutto ciò non blocca però i procedimento della Procura che, nel contempo, dispone comunque l'abbattimento degli immobili. Infatti, l'Amministrazione Servalli non è riuscita a a fermare le ruspe nelle aree soggette a vincolo paesaggistico e per le prime case di necessità. Tutte queste procedure palesemente illegittime sono state messe in atto dall'attuale amministrazione comunale determinando reati di abuso d'ufficio».
«Ne vedremo delle belle.... Vediamo se anche questo ha bisogno di verifiche al Comune...», conclude il leader della lista "La Fratellanza".
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