Tu sei qui: CronacaPiano di Zona, a rischio i servizi sociali
Inserito da (admin), giovedì 30 gennaio 2014 00:00:00
Le rassicurazioni fornite a mezzo stampa dall’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Lamberti, circa la regolare prosecuzione dei servizi sociali nei territori aderenti al Piano di Zona S2, non hanno ottenuto lo scopo di tranquillizzare gli operatori del Piano e le organizzazioni sindacali.
Infatti, molti dei servizi sociali erogati fino al 31 dicembre scorso stanno subendo forti rallentamenti ed in alcuni casi sono stati addirittura sospesi. Oltretutto gli operatori attualmente in organico presso il Piano sono stati contrattualizzati per progetti che prevedono attività di tutoraggio, senza il rispetto delle qualifiche professionali, generando così un vero e proprio caos.
Tra i servizi che dal 2 gennaio risultano fermi c’è il segretariato sociale. Gli utenti hanno praticamente perso le “antenne sociali”, punti di riferimento essenziali per le loro emergenze e per la continuità assistenziale individuale. Sono continue le proteste degli utenti, che telefonicamente denunciano il totale abbandono da parte delle istituzioni.
È fermo anche il centro servizi per famiglie e minori, che offriva sostegno e consulenza alla genitorialità, oltre ad occuparsi di adozioni nazionali ed internazionali, affido familiare, mediazione familiare e tutela dei minori disagiati, in collaborazione con il Tribunale per i Minorenni, la Procura per i Minorenni e le Forze dell’Ordine. Sono ferme le attività del servizio di educativa familiare, che tutti i pomeriggi accoglieva minori disagiati, impegnandoli in percorsi ludico-ricreativi e di recupero scolastico.
È fermo il raccordo fondamentale con l’Asl nell’organizzazione delle UVI (Unità di Valutazione Integrata), finalizzato a dare risposte nella strutturazione degli incontri, che irrimediabilmente si ripercuote sui cittadini/utenti che attendono una risposta dalle istituzioni per la risoluzione dei loro problemi socio-sanitari complessi. I servizi erogati attraverso l’impiego delle figure professionali, quali psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, sociologi ed animatori professionali, sono pertanto sospesi e rischiano di essere esternalizzati.
Insomma, dal 1° gennaio 2014 un sistema consolidato e radicato sul territorio da circa 12 anni è stato smembrato e distrutto. È manifesta l’incapacità della politica locale, che, dopo mesi di discussioni, coordinamenti istituzionali e presidi dei lavoratori, non è riuscita a trovare una soluzione positiva per il futuro del Piano di Zona.
Il rimpallo di responsabilità che quotidianamente si verifica tra un’Amministrazione e l’altra è il segno tangibile di una mancata volontà di venire incontro alle esigenze dei cittadini e dei lavoratori, che, come al solito, ne pagano direttamente le conseguenze. Lavoratori che dopo anni di sacrifici e di impegno non sono più disposti ad elemosinare un loro diritto; cittadini che non sono più disposti a vedere, giorno dopo giorno, smantellare un sistema di tutele che uno Stato democratico ha il dovere di garantire.
NIdiL CGIL, Antonio Capezzuto - UILTEMP, Pierluigi Estero
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