Tu sei qui: CronacaScontro sull'ospedale, chiesto un incontro al manager Viggiani
Inserito da (admin), martedì 2 settembre 2014 00:00:00
Seduta di Consiglio comunale dai toni accesi, quella andata in scena ieri pomeriggio, lunedì 1° settembre, a Cava de’ Tirreni. All’ordine del giorno c’era la discussione sul futuro della sanità nella città metelliana, ed in particolar modo il ruolo che avrà l’ospedale “Santa Maria dell’Olmo” alla luce di quanto previsto dalle bozze dell’atto aziendale dell’Azienda Universitaria Ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Argomento, questo, che già era stato al centro della riunione del parlamentino cittadino lo scorso 4 agosto, ma in quella occasione la maggioranza che sostiene l’Amministrazione Galdi fece cadere il numero legale. Per questo, su richiesta dell’opposizione, ieri la spinosa questione è approdata nuovamente in aula.
«Esigiamo chiarimenti sulla bozza dell’atto aziendale che penalizza fortemente il nostro ospedale, ridimensionando l’Ortopedia e la Cardiologia, e su quali saranno i servizi che saranno offerti concretamente ai cittadini - ha dichiarato il capogruppo del Pd, Vincenzo Servalli - La Direzione sanitaria dovrebbe trasferirsi a Mercato San Severino, questo vuol dire che il nostro ospedale non sarà più autonomo, ma sarà quasi una succursale del “Fucito”».
Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi dei consiglieri Mazzeo, Scarlino e Bove. Durissime, invece, le affermazioni dell’ex sindaco Luigi Gravagnuolo: «La storia del nostro ospedale ha troppi aspetti torbidi. C’era un disegno ben preciso per far chiudere l’ospedale per favorire interessi privati sul nostro territorio. Purtroppo, sono state salvate le carriere di professionisti, cavesi e non, mentre non è stato salvato l’ospedale per far fronte alle emergenze. Il sindaco deve urgentemente intervenire per chiedere la revoca di questo atto aziendale, poiché è un documento improntato soltanto su logiche politiche e clientelari».
Non si è fatta attendere la replica piccata del sindaco Galdi, il quale ha rivendicato alla sua parte politica, il centrodestra, il merito di aver salvato l’ospedale. «Non accetto demagogia becera su questo argomento. Il “Santa Maria dell’Olmo” è ancora in vita soltanto grazie alla scelta lungimirante del centrodestra di far transitare il nostro ospedale all’interno dell’Azienda Universitaria. I servizi di base saranno tutti garantiti, ma ci sono ancora i margini per migliorarlo. Ora - ha concluso Galdi - la battaglia da fare è quella di cercare di salvare la Direzione sanitaria». A difendere l’atto aziendale è stato anche il capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Germano Baldi.
Alla fine, dopo una lunga discussione, su proposta della minoranza il parlamentino cittadino ha predisposto un ordine del giorno con il quale, dopo aver scritto in premessa (come voluto fortemente dal sindaco Galdi) che il Consiglio prende atto del salvataggio dell’ospedale, si chiede al direttore generale dell’Azienda Universitaria Ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, Vincenzo Viggiani, di concordare un incontro con i capigruppo consiliari per verificare se ci sono i margini per migliorare l’atto aziendale su diversi aspetti che gli saranno presentati nel corso dell’incontro. A votare contro soltanto i consiglieri di minoranza Gravagnuolo e Bove, i quali si sono detti insoddisfatti “in toto” di quanto previsto nell’atto aziendale.
Valentino Di Domenico
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