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Tu sei qui: SezioniDall'Italia e dal MondoScuola, rischio aumento contagi in caso di riapertura. Ma Azzolina non arretra
Scritto da (redazioneip), domenica 3 gennaio 2021 11:25:28
Ultimo aggiornamento domenica 3 gennaio 2021 11:25:28
«Arretrare sulla scuola, significa rinunciare a un pezzo significativo del nostro avvenire. Per questo non lo faremo». Sono le parole della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, che continua la sua "battaglia" per far tornare al più presto gli studenti in classe.
«È a scuola e in nessun altro luogo che si gioca la partita più importante - continua Azzolina rispondendo alla lettera di congedo del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. –. È fra i banchi che si costruisce, mattone dopo mattone, il futuro di ciascuna e ciascuno, il futuro della Nazione. Per questo sulla scuola non possiamo arrenderci e dobbiamo, ciascuno degli attori coinvolti, operare uniti, ricordandoci sempre del peso specifico che questa istituzione ha nel percorso di ogni bambina e bambino, delle ragazze e dei ragazzi, nella vita del Paese. Arretrare sulla scuola, significa rinunciare a un pezzo significativo del nostro avvenire. Per questo non lo faremo».
Al momento, l’unica certezza è l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che stabilisce che, dal 7 al 15 gennaio, la percentuale degli studenti in presenza dovrà essere del 50%, al fine di raggiungere gradualmente il 75%.
Tuttavia, l'aumento esponenziale dei contagi in Italia, sta facendo aumentare le preoccupazioni dei presidenti di alcune Regioni. Domenica scorsa, al termine del V-Day, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca aveva dichiarato: «Sento che si parla della riapertura dell'anno scolastico il 7 gennaio, queste sono cose che mi fanno impazzire. Come si fa a dire 'si apre' senza verificare il 3, il 4 gennaio la situazione? In Campania non apriamo tutto il 7». Si dichiara «perplesso», invece, il governatore del Veneto, Luca Zaia. «A dicembre in Veneto si è registrato il 50 per cento di morti in più rispetto all’anno precedente», ricorda. Altra bocciatura arriva arriva dal Lazio con l'assessore alla Sanità della Regione Alessio D'Amato. Perplessità sull’effettivo ritorno in classe in presenza è stata espresso dai presidi. In Campania, infatti, Francesco De Rosa, presidente Associazione nazionale presidi Campania, ha appoggiato il pensiero di De Luca: «Lo scaglionamento degli orari è difficilmente realizzabile, tanto più che il quadro è aggravato dall’aumento dei contagi».
Per l'Ordine dei medici, invece, un ritorno a scuola degli studenti porterebbe ad «un aumento della diffusione del virus». Il virologo Roberto Burioni, docente all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha aggiunto: «La variante inglese è più contagiosa e pare circolare con particolare intensità nei bambini (0-9 anni) e nei ragazzi (10-19) anni rispetto alle altre fasce d'età. Un elemento che deve portarci a una sorveglianza particolarmente attenta nel capire tempestivamente se questa variante comincerà a circolare nelle scuole che il 7 gennaio riapriranno».
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