Dopo le manette scattate venerdì 30 luglio per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ieri mattina Fiorentino D’Elia e Giovanni Ragosta hanno scelto la via del silenzio durante l’interrogatorio predisposto dal Giudice delle indagini preliminari, dott. Gaetano Sgroia.
I due, residenti nella valle metelliana ed assistiti dall’avv. Mario Secondino, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. A loro carico rimane l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Salerno. Entrambi, comunque, sono già noti alle Forze dell’ordine per vari reati commessi in passato.
Il fatto incriminato stavolta risale, invece, al periodo compreso tra settembre 2009 e febbraio 2010, durante il quale D'Elia e Ragosta sono stati più volte “intercettati”. Dalle indagini è emerso tra l'altro il linguaggio criptato cui facevano riferimento, utilizzando la parola “vino” in luogo di “droga”.
Intanto, nella lista degli indagati sono stati iscritti altri due giovani cavesi, per i quali al momento non è scattato alcun provvedimento restrittivo. I due risulterebbero coinvolti in diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.