Tu sei qui: CronacaEcco il manoscritto dei privilegi
Inserito da Michele Lanzetta (admin), venerdì 3 dicembre 2010 00:00:00
Era dal 1973 che l’antico manoscritto pergamenaceo riportante i privilegi concessi alla Città de la Cava dal re Filippo II d’Asburgo mancava negli archivi comunali.
Ora il testo, datato 20 luglio 1588, è tornato a casa. Il ritrovamento grazie all’intensa attività di ricerca profusa dallo studioso Massimo Buchicchio, che già tempo addietro aveva rivelato i retroscena della sua scoperta.
Stamani, a Palazzo di Città, il testo “Filippo II d’Asburgo, Confirmationes Ac Privilegia” è stato presentato alla stampa dal sindaco Marco Galdi, dal consigliere delegato alla Cultura, Giovanni Del Vecchio, dal ricercatore storico Massimo Buchicchio e dalla responsabile dell’Archivio Storico comunale, Beatrice Sparano, la stessa che, chiamata dai Carabinieri di Roma, alcuni giorni fa partì alla volta della capitale per il riconoscimento dell’importante documento.
«Il manoscritto rappresenta un documento dal preziosissimo valore storico. I privilegi concessi alla nostra città dai regnanti aragonesi fino al re Filippo II d’Asburgo in esso contenuti sono la prova di ciò che Cava ha rappresentato nei secoli scorsi ed allo stesso tempo uno sprono per riprendere consapevolezza dell’importanza della nostra città», ha commentato il sindaco Galdi.
A ripercorrere le tappe del ritrovamento è stato lo storico Massimo Buchicchio: «Il 10 dicembre del 2008 mi accorsi tramite Internet che il manoscritto mancava nella Biblioteca comunale dal 1973 ed era stato posto in vendita dalla famosa casa d’asta internazionale di opere d’arte e di antiquariato, la Blomsbury Auctions, con sede anche a Roma. Subito allertai il Nucleo speciale dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per verificare la lecita provenienza del documento. I militari rinvenirono che lo stesso, dopo diversi passaggi di mano, era stato acquistato per 7mila euro dalla Biblioteca della Repubblica del Senato».
Da qui la denuncia della dirigente comunale, dott.ssa Assunta Medolla. «Dopo il dissequestro è stato avviato un procedimento penale per ricettazione contro Pittaluga e Passante, gestori della casa d’asta di Roma, rei di non aver fornito informazioni sull’identità del cedente. Il Comune di Cava si costituirà parte civile per ottenere il risarcimento dei danni per tutto il periodo in cui non è stato possibile usufruire del documento», ha affermato il consigliere delegato alla Cultura, Giovanni Del Vecchio.
Di recente il giudice adito ha riconosciuto alla città di Cava de’ Tirreni il diritto di riappropriarsi del manoscritto pergamenaceo, consegnandolo nelle mani della dott.ssa Beatrice Sparano. «I privilegi di cui tratta il testo raccontano delle esenzioni e delle gabelle che rendevano il cittadino cavese un ricco mercante. Ora siamo in attesa di recuperare altri documenti, ma la cosa più importante è quella di recuperare la nostra vera identità», ha precisato la responsabile dell’Archivio Storico comunale.
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