Tu sei qui: CronacaPiazza Bonifacio IX trasformata in un campo di calcetto
Inserito da (admin), mercoledì 13 giugno 2012 00:00:00
Quando non è possibile assicurare la vigilanza, per consentire al personale di fruire delle ferie spettanti (altrimenti le perderebbero) o di giorni di congedo straordinario per garantire l’“assistenza” ai figli infanti o l’allattamento (anche se il dipendente pubblico è di sesso maschile), come prevedono le norme in atto, allora la città torna nelle mani, anzi alla mercé dei piedi, dei giovinastri che, impunemente, vogliono giocare a calcio ovunque si trovano; ignorando l’incolumità dei passanti!
È quanto accaduto sabato 9 giugno, alle ore 12.20, alla signora E.V., docente presso un istituto scolastico cittadino e residente al Borgo Pianesi di Cava de’Tirreni. La signora, reduce da un delicato intervento chirurgico alla gamba destra, nel mentre percorreva lo slargo di Piazza Bonifacio IX, si è vista arrivare una “pallonata” tirata non da un calciatore del Città de La Cava 1394, ma da un giovanissimo dilettante del calcio a cinque, nel mentre era intento a difendere la “sua” abusiva metà campo dagli inarrestabili avversari. Il dolore è stato lancinante e la malcapitata, colta da malore, ha fatto appena in tempo a sedersi su uno dei gradini che immettono nella piccola piazza. Ripresasi, ha “osato” redarguire, come farebbe una mamma verso i propri figli o una docente verso i propri alunni, ma i “giovinastri” l’hanno pure apostrofata con irripetibili parole.
La signora, sebbene claudicante, senza perdersi d’animo, ritornando sui suoi passi, nel rinunciare a tornare a casa, si è posta alla ricerca di un agente di Polizia Locale, ma non è stata fortunata, poiché sia in piazza Eugenio Abbro, sia in piazza Vittorio Emanuele III e sia in via Tommaso Cuomo, non ha avuto il “piacere” d’incontrare un agente. Spinta dalla volontà di far identificare i calciatori e procedere nei loro confronti secondo le norme del vivere civile, ha tentato, inutilmente, di contattare col suo cellulare la Sala Operativa dei Caschi Bianchi di via Ido Longo, poiché sia all’utenza 089.34.16.92 che a quella verde (gratuita) 800.279.221, seppur risultate “libere” (il telefono squillava regolarmente), nessun operatore od operatrice ha risposto alle ripetute chiamate di aiuto. Certamente E.V. non sarà stata contenta di quanto le era accaduto ed ancor peggio di non ricevere soccorso!
Piano piano, lemme lemme, è tornata a casa. Alle 17 dello stesso giorno E.V. è riuscita ad avere risposta telefonica dall’agente in servizio alla Centrale Operativa, il quale, alle rimostranze della matura donna, le ha riferito: “signora, sapesse quanti palloni abbiamo qui al Comando!”. E.V. non voleva che si “sequestrasse” solamente il pallone agl’impavidi calciatori abusivi, ma che si procedesse a far ritornare alla definitiva quotidiana vivibilità lo slargo intitolato al Papa che il 7 agosto 1394 elevò le Terre di Cava al rango di Città. La sventurata, nel pomeriggio dello stesso giorno, nel percorrere via Tommaso Cuomo ha incrociato una pattuglia di vigilesse e, dopo aver esposto loro quanto accaduto alle 12.20 dello stesso giorno, si è sentito ripetere: “signora, tutti i giorni sequestriamo i palloni ai ragazzi in quello slargo”. All’udire per la seconda volta la medesima frase, E.V. non è certamente rimasta soddisfatta, poiché, a suo e nostro avviso (interpretando il pensiero della società civile), è troppo semplice procedere al solo ritiro del pallone ai calciatori in erba, visto che giocano al calcetto in una piazza sita nel cuore della città.
Si deve, invece, procedere all’identificazione dei ragazzi, che, stante l’esperienza della “prof.” vittima della pallonata, sono dell’età variabile fra i 12, 13 e 14 anni, e verbalizzare i genitori per violazione al regolamento comunale, disturbo della quiete pubblica, intralcio alla circolazione stradale e danneggiamento alla Concattedrale di Santa Maria della Visitazione, sede della Parrocchia di Sant’Adjutore! Solamente così si porrà la parola FINE a tale improprio comportamento da parte dei ragazzi e questo vale anche per il “campo di calcetto” di Piazza Vittorio Emanuele III, del Sacrato della Concattedrale e del Parco Schwerte.
Livio Trapanese
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