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Tu sei qui: SezioniAttualità«Perché non si fanno tamponi a richiesta?» Sindaco di Cava scioglie ogni dubbio
Scritto da (redazioneip), martedì 31 marzo 2020 11:39:55
Ultimo aggiornamento martedì 31 marzo 2020 11:39:55
L'unico modo per capire se si è contratta l'infezione da Coronavirus è sottoporsi al tampone faringeo. Dopo i primi casi positivi al virus a Cava de' Tirreni, sono molti i cittadini cavesi ad interrogarsi sulle procedure per eseguire il tampone, chi deve farlo e con quali modalità. A fare chiarezza è stato il sindaco Vincenzo Servalli, nel consueto video serale di approfondimento pubblicato su Facebook.
«Il medico di base, avvertito dal cittadino che presenta qualche sintomo sospetto, compila una scheda, il cosiddetto "triage". - esordisce Servalli - Dall'analisi di questa scheda, il medico di base fa la sua valutazione e decide se avvertire o meno il 118 per un caso sospetto di Covid-19. A quel punto si avvia tutto il protocollo per la gestione di un caso sospetto Covid-19 che prevede o il ricovero ospedaliero oppure la richiesta del tampone».
«Il nostro modello organizzativo, a livello italiano, regionale, provinciale e cavese, - continua - non consente in questo momento di fare il tampone a richiesta. Cioè, noi non abbiamo un organizzazione tale da poter dire "occhi chiedo il tampone, domani faccio il tampone"».
«La squadra che si occupa di tutto questo, che sta facendo un lavoro straordinario e in cui è presente anche un medico cavese, ha un territorio molto ampio, va da Sala Consilina fino alla Costiera Amalfitana, passando per Cava, Vietri e così via. Per cui, la richiesta di tampone fatta dal dipartimento di prevenzione all'ufficio preposto dell'asl. viene poi comunicata a questa squadra che si reca a fare i tamponi sul territorio» conclude Servalli.
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