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Tu sei qui: SezioniAttualitàIl nostro tempo è cambiato: "Io resto a casa" per tornare alla vita
Scritto da (Redazione), giovedì 12 marzo 2020 17:44:14
Ultimo aggiornamento giovedì 12 marzo 2020 20:00:35
Tanti i pensieri che si affollano nella mente di chi, da un momento all'altro, è costretto a rimanere chiuso in casa. Il primo: come farò? Cosa farò? Un senso di oppressione claustrofobia ti prende alla gola, allo stomaco. Sei abituato a lavorare, uscire, incontrare gente. E ora? Di fronte alla necessità di una revisione radicale del proprio stile di vita, ti devi fare capace.
Il momento della rassegnazione razionale fa ancora a botte con l'incredulità, con le resistenze emotive all'accettazione: ma stiamo in un incubo e fra poco ci sveglieremo? Troppo surreale per essere vero! Ma piano piano, subentra uno stato d'animo pervaso di un'unica fondamentale consapevolezza: se non trovo una mia organizzazione quotidiana che dia un senso a questo tempo di clausura forzata, inevitabilmente impazzirò.
Momento di grande carica, questo, di entusiasmo automotivante: sistemerò finalmente casa, leggero, vedrò film, farò allenamento. Nel frattempo, mentre ti stai impegnando a seguire questo programma autoimposto, dalla tv e dai social la realtà irrompe violentemente: dati scoraggianti, numeri impressionanti, scenari apocalittici. È come un fiume in piena che mina gli argini protettivi che faticosamente stai cercando di erigere e fortificare con un senso di autodisplina che credevi di non avere. Difficile dominare la paura.
Lo sconforto e l'angoscia cominciamo a serpeggiare dentro di te, facendoti vacillare. Ma è questo il momento in cui l'essere umano attinge alla sua risorsa più preziosa: l'istinto di sopravvivenza. Devi farcela, non hai alternative. Tutto dipende dalla tua volontà.
Ti fai forza, anche perché devi trasmetterla ai tuoi affetti più profondi. Il senso di solidarietà con chi ci è accanto, con i più deboli, alimenta la voglia di reagire. E di aspettare la fine di questo dramma. Le aspettative sono altissime: ritornare alla quotidianità, ai contatti, agli abbracci. E a questo sogno ci aggrappiamo, ogni giorno di più.
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