Tu sei qui: PoliticaCava de' Tirreni: intitolati luoghi a Maggiore Capone e a prof. Giorgio Lisi
Inserito da Maria Abate (ilvescovado), venerdì 1 aprile 2016 14:41:22
Cava de' Tirreni ha intitolato due zone della città al Maggiore Capone e al professore Giorgio Lisi. Stamani, sabato 2 aprile, nel Salone di Rappresentanza del Palazzo di Città, la cerimonia presentata dal giornalista Franco Bruno Vitolo, con inizio alle 10. Al termine dell'incontro, alle 12, lo scoprimento delle targhe, presso lo slargo tra via Sala e via Ragone per Giorgio Lisi e presso San Cesareo per il Maggiore Pasquale Capone.
La benedizione dei due momenti è stata affidata per la villetta "Giorgio Lisi" al parroco della basilica della Madonna dell'Olmo Padre Giuseppe Ragalmuto e per via Pasquale Capone al parroco della chiesa di San Cesareo Martire, Don Pino Muller, che ha voluto arricchire il momento della benedizione con la presenza della reliquia di San Giovanni Paolo II.
Sono intervenuti il Sindaco Vincenzo Servalli, il presidente della Commissione toponomastica Alberto Barone, il consigliere comunale Marco Galdi, il cultore di storia cittadina Massimo Buchicchio, l'avvocato Luciano D'Amato (ex alunno del prof. Giorgio Lisi), il colonnello Riccardo Fambrinim della Caserma "Pasquale Capone" di Persano, l'assessore del Comune di Locorotondo Michele De Giuseppe, il nipote del maggiore Capone Pasquale Capone e la nipote del prof. Lisi Adalgisa Sammarco.
Il maggiore Pasquale Capone, cavese, partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale di complemento e alla Seconda come capitano d'artiglieria. Ammalatosi nel 1941 fu rimpatriato e collocato in aspettativa con il grado di maggiore. Sofferente ritornò ad abitare a Cava de' Tirreni nella sua casa di campagna situata nella frazione Castagneto trovandosi così travolto nel 1943 dagli eventi bellici che seguirono lo sbarco alleato a Salerno. Il 16 settembre vide passare dalla sua casa in campagna alcuni militari tedeschi che avevano rastrellato dei civili che venivano allineati per essere passati per le armi. Nonostante fosse in casa solo con il padre Matteo ed il figlio di circa dieci anni, non esitò ad aprire il fuoco con armi proprie sul drappello tedesco. Ci fu uno sbandamento ed i civili riuscirono a porsi in salvo dandosi alla fuga. I soldati tedeschi, individuarono l'abitazione dalla quale erano partiti i colpi, sparando a raffica ne sfondarono la porta. Capone vide cadere al suo fianco il vecchio padre e, noncurante del rischio a cui esponeva se stesso e suo figlio, si difese ancora strenuamente fino a quando non venne trascinato in un bosco vicino, nei pressi della villa Cardinale, dove fu immediatamente fucilato. Il suo corpo fu ritrovato dopo due mesi circa, poco distante dalla sua casa, insepolto.
Il professor Giorgio Lisi, cittadino di Locorotondo, visse la sua vita a Cava, che divenne la sua seconda patria. Entrato in politica, fu consigliere comunale ed amministratore dell'E.C.A. Iniziò il suo percorso di docente di lettere classiche nei licei classici di Amalfi e di Nocera Inferiore, per poi approdare al liceo cavese. Coloro che lo ebbero come insegnante lo ricordano tutt'ora con immutato rispetto, orgoglio e affetto. Fu corrispondente dei giornali "Roma" e "Napoli notte" e collaboratore assiduo dei due giornali locali "Il Pungolo" e "Il Castello". Pubblicò vari saggi su Dante, passione che gli valse il titolo di membro onorario dell'associazione "Dante Alighieri" di New York. Fu coideatore della Lectura Dantis Metelliana, che ancora oggi tiene in vita a Cava i versi dello scrittore fiorentino.
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