Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.
Tu sei qui: RubricheProtagonistiLa testimonianza di un'infermiera di Cava: «Qui, al Cotugno, c'è voglia di combattere»
Scritto da (redazioneip), giovedì 2 aprile 2020 14:18:24
Ultimo aggiornamento giovedì 2 aprile 2020 14:26:11
In un periodo storico particolare per il nostro Paese, a causa dell'emergenza rappresentata dal coronavirus, si ergono la tenacia, la passione e la forza del personale sanitario italiano. Sono tanti gli operatori sanitari, medici, infermieri, che in queste settimane lottano senza sosta nelle corsie degli ospedali per salvare quante più vite possibili.
Tra di loro c'è Miriam Senatore, giovane infermiera di Cava de' Tirreni, che presta servizio proprio nella prima linea dell'ospedale infettivologico Cotugno di Napoli. Intervistata da Adriano Rescigno su L'Ora di Cronache, l'infermiera cavese ha parlato della sua esperienza dall'inizio dell'emergenza sanitaria.
«Nei primi giorni dell'epidemia - ha esordito Miriam - il lavoro lo si affrontava con molti timori, molto coinvolti emotivamente per una condizione nuova e con continue evoluzioni, dettate sia dai cambiamenti dei continui decreti ministeriali che dalle indicazioni fornite dall'Istituto Superiore di Sanità e dalle società scientifiche per adoperare le giuste procedure».
«È sempre dura psicologicamente accettare l'impossibilità di offrire un'assistenza più 'partecipata' - dice - nel senso
che le protezioni che siamo costretti ad indossare (i famosi DPI) ci rendono difficilmente identificabili anche nel sesso, dai
pazienti. È un paziente che vive in solitudine la propria malattia. È così cambiato anche il modo di comunicare agli stessi familiari le condizioni cliniche dei loro parenti, che non possono ricevere visite. Tutto avviene telefonicamente. Anche con gli stessi pazienti le richieste ed i dubbi, o anche solo qualche chiacchiera, vengono spesso soddisfatti telefonicamente, al numero della medicheria, tentando di accorciare il più possibile queste inevitabili distanze fisiche».
«I turni lavorativi sono molto sacrificati, - continua - si va a lavoro sapendo di dover indossare per svariate ore tute nelle quali si suda al minimo movimento, calzari, occhiali che si appannano in un attimo, tripli paia di guanti così che il prelievo lo fai più "a sentimento", a memoria, secondo le reminiscenze anatomiche. Mascherine, visori, occhiali, copricapo, guanti che in un prelievo creano notevole disagio. Bisogna avere la lucidità di decontaminarsi ad ogni minimo contatto per evitare di contagiarsi o di contagiare. Il peso dei presidi lo leggi a fine turno, quando il volto è sfigurato, ed a volte lo è anche il giorno dopo, quando ritornerai con la tua armatura. Il sollievo, la voglia, la spinta di lavorare, spesso viene da quei frequenti gesti di solidarietà ricevuti dalle persone, quel popolo napoletano meraviglioso che ci invia viveri quali zeppole, caffè, pizze, cioccolatini (ma che non nascondo spesso non abbiamo voglia di mangiare per paura di contagiarci, per paura di portare il virus a casa, di essere autori di un nuovo caso positivo) a cui si aggiungono ringraziamenti appesi su striscioni all'ingresso principale, un semplice grazie, che ora più che mai ci dà forza e speranza».
«In queste situazioni di difficoltà, - conclude Miriam - si scopre uno spirito di famiglia anche sul luogo di lavoro, si abbandonano i vecchi rancori, siamo tutti in pericolo, siamo tutti vicini, si coopera e ci si spalleggia in équipe per allontanare quella tensione emotiva che è innegabile. Un momento storico triste tra morte, dolore e ansia, ma con qualche piccolo frangente positivo: la voglia di combattere insieme».
Se sei arrivato fino a qui sei una delle tante persone che ogni giorno leggono senza limitazioni le nostre notizie perché offriamo a tutti la possibilità di accesso gratuito.
Questo è possibile anche grazie alle donazioni dei lettori. Sostieni l'informazione di qualità, sostieni Il Portico!
Scegli il tuo contributo con
rank:
Tra i migliori legali d'Italia secondo la rivista TopLegal c'è anche Alice Volino di Cava de' Tirreni. L'avvocatessa dello Studio Legale Fraccastoro risulta tra i 3 migliori Associate Fuoriclasse nazionali del settore Appalti, Servizi e Concessioni del 2020, con questa motivazione: "supera i propri pari...
Raffaele Giordano di Cava de' Tirreni si è vaccinato contro il Covid-19. Ad annunciarlo è stato lo stesso cardiochirurgo e consigliere comunale di "Siamo Cavesi". La prima dose del vaccino Pfizer-BioNTech gli è stata somministrata due giorni fa, 8 gennaio 2020, come documenta la foto affidata ai social....
Sicuramente molti ricorderanno Simone Iacomino, il 12enne di Cava de' Tirreni che, alcune settimane fa, figurò tra i vincitori del concorso indetto in Italia dalla casa editrice Salani su iniziativa della scrittrice di "Harry Potter", J.K. Rowling. Il giovane disegnò un'illustrazione poi finita all'interno...
È ora aperta al pubblico "We Rise by Lifting Others", la nuova installazione per Palazzo Strozzi di Firenze progettata dall'artista Marinella Senatore di Cava de' Tirreni. La grande luminaria natalizia rimarrà a Palazzo Strozzi fino al 7 febbraio, trasformandolo l'area circostante in uno spazio di connessione...
Una 28enne di Cava de' Tirreni in corsa per il titolo di Miss Italia. È Lucia Apicella, che ha conquistato un posto tra le 23 finaliste del concorso di bellezza più famoso d'Italia. Ecco le 23 finaliste MISS VALLE D'AOSTA - Martina Zonco di 19 anni, di Cossato (Biella) MISS PIEMONTE - Carolina Basso...