PoliticaScuole a Cava, Partito Comunista a sindaco Servalli: «Aiuti studenti o sarà complice delle manie di superomismo di De Luca»

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Scuole a Cava, Partito Comunista a sindaco Servalli: «Aiuti studenti o sarà complice delle manie di superomismo di De Luca»

Il Partito Comunista - Sez. "A Gramsci" Cava de' Tirreni interviene sulla situazione delle scuole

Inserito da (redazioneip), giovedì 22 ottobre 2020 09:17:58

«Raccogliamo e riceviamo ogni giorno segnalazioni sulle difficoltà per le scuole della città, soprattutto delle classi elementari e delle classi secondarie di primo grado, nell'affrontare questo rientro alla Didattica a Distanza. Il Sindaco Servalli in queste ore si trova a colloquio con l'Unità di Crisi territoriale. Al suo fianco l'Assessore Lamberti, con delega all'Istruzione. Trovino tutte le soluzioni possibili per garantire il diritto allo studio agli studenti cavesi, o saranno complici delle manie di superomismo del LORO Governatore!». Sono le parole, affidate ad un comunicato stampa, del Partito Comunista - Sez. "A Gramsci" Cava de' Tirreni.

«Dall'oggi al domani, infatti -con una scelta rivelatasi poi arbitraria-, De Luca ha ordinata la chiusura delle scuole, tornando in parte indietro sulla propria scelta solo dopo essere stato sbugiardato dal Governo e dopo le proteste sia delle famiglie che dei dirigenti scolastici. - prosegue il comunicato -Le scuole sono state preparate "alla meglio" ad affrontare la riapertura in sicurezza, con ingenti sforzi da parte del personale scolastico, dei docenti e, lasciatecelo dire, anche dagli studenti più piccoli, che dimostrano grande comprensione e attenzione alle regole. La scuola non presenta eccessive criticità, e non le si può affibbiare la "colpevolezza" dell'impennata dei contagi. E questo, lo ripetiamo, nonostante l'inadeguatezza delle strutture, dei fondi a disposizione per l'adattamento alle misure di prevenzione, degli strumenti dati in mano ai dirigenti e alle dirigenti. Le persone "comuni", data la situazione, hanno fatto miracoli.

Ancor peggio, però, sono state sostenute -dalle istituzioni- le famiglie, impreparate ad affrontare l'eventuale ritorno in Didattica a Distanza. Difatti era una certezza, visto che i protocolli stanno costringendo in casa -a settimane alterne- intere classi, se solo un alunno o un insegnante risulta positivo al Covid-19. Ma le "classi virtuali" risultano spesso mezze vuote, incomplete, con conseguenti ritardi sui programmi per alunni e alunne incolpevoli e con mille difficoltà, che si acuiscono quando riguardano persone con disabilità o con disturbi dello spettro autistico, difficili da seguire per gli insegnanti di sostegno (a distanza).Questo perché accade? Ufficialmente non è dato saperlo. Ma basta immaginare che se alla DAD non sono accompagnate misure di sostegno alla famiglie, congedi per i genitori, supporti tecnologici, è impossibile per molti lasciare dei bambini dai 6 ai 10 anni intere mattine a casa per seguire le lezioni. I bandi per i bonus d'acquisto di tablet o computer e per l'adeguamento dell'ultra banda sono arrivati in estremo ritardo. Alcune zone della città non sono pronte ad accogliere tali infrastrutture e comunque, se si ferma la scuola in presenza, non si ferma attorno il mondo del lavoro al quale appartengono i genitori di questi alunni, che anche quest'anno vivono sballottati dentro e fuori dalle mura scolastiche. Mesi e mesi di preparazione, di programmazione. Annunci di fondi strutturali, di grandi rivoluzioni, per avere poi le scuole bloccate e in panne al primo caso positivo. Bambine e bambini che studiano a singhiozzo, che addirittura aspettano invano giorni per un tampone che confermi o meno una positività dovuta ad un compagno contagiato, segnalazioni alle famiglie in ritardo anche di dieci giorni, con slittamento dei protocolli di prevenzione, se qualche docente risulta ammalarsi.

Su questo aspetto, come su tutti gli altri, del contrasto al virus, le istituzioni regionali e nazionali si sono rivelate incompetenti! Ci sono poche altre parole che riescano a spiegare bene come mai si sia perso tutto questo tempo dietro banchi a rotelle, turni scaglionati, e non si sia pensato a rafforzare la sanità pubblica al punto di poter affrontare le necessità del periodo scolastico. De Luca fa ancora spettacolo macchiettistico e propaganda quando si loda per le mascherine che ogni giorno vengono fornite ai bambini, ma non gli viene fornita la possibilità di studiare con gli altri se costretto alla DAD. Invece di battere i pugni per avere i militari a presidio del territorio, avrebbe dovuto fare il diavolo a quattro per indire DAVVERO dei concorsi con migliaia e migliaia di assunzioni lampo nel reparto sanitario. E invece blatera di personale sottodimensionato senza assumersi nemmeno un briciolo di responsabilità.

Tutti questi disagi, come sempre, vanno a ricadere maggiormente sulle famiglie che vivono in difficoltà economica, su nuclei familiari monoreddito, sui figli di lavoratori e lavoratrici che non hanno alcun supporto in caso di emergenza. Anche per gli alunni più piccoli c'è una scuola che presenta ostacoli DI CLASSE, insormontabili per chi non vive negli agi dei ceti medio-alti.

Queste istituzioni sono indifendibili.

Solidarizziamo quindi con le famiglie che in queste ore stanno protestando contro la chiusura indiscriminata delle scuole. Ma le invitiamo ad interrogarsi sulla natura anti-popolare della scuola italiana, sulla mancanza di una visione di prospettiva dell'intero sistema, al di là dell'emergenza. La creazione di una scuola più inclusiva, veramente democratica, non può esistere senza la prospettiva di un cambio di sistema», conclude il comunicato.

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