PoliticaCrisi a Palazzo, settimana decisiva

Crisi a Palazzo, settimana decisiva

Inserito da (admin), martedì 19 ottobre 2004 00:00:00

E' una settimana decisiva per il sindaco Messina. I margini di manovra per una ricomposizione della Casa delle Libertà sono sempre più ristretti. Si prospetta un lungo periodo di scontro. Intanto, l'Udc preme per una forte visibilità, in particolare per il suo uomo politico più rappresentativo in Giunta. A sinistra, non risolto il rebus dei tavoli di trattativa. Dunque, dopo il no definitivo di An a riprendere il discorso se non alle condizioni manifestate nel documento affisso su tutti i muri della città, per Messina è l'ora delle scelte. Non tanto la formula politica che è obbligatoria, ma il nodo del numero degli assessori. Da una parte c'è chi chiede di dare un segnale forte, riducendo il numero da 10 a 7, e chi chiede, invece, e sono in molti, di dare vita ad una Giunta a 10, utilizzando al massimo il dettato dello Statuto. In più la scelta: quali i criteri? E qui Messina chiede al partito indicazioni precise e responsabili. «Ma il vero problema è - osserva il capogruppo azzurro, Renato Salerno - quanto inciderà sul futuro cammino la rottura della Casa delle Libertà. È possibile ripresentarsi ancora una volta divisi agli appuntamenti elettorali importanti? Ciò dovrebbe far riflettere per ritrovare le ragioni dell'unità». Ma c'è già chi pensa per le prossime amministrative alla lista del sindaco. L'Udc, intanto, forte della lealtà finora mostrata e soprattutto della coerenza al patto amministrativo, chiede maggiore visibilità per Carmine Salsano, rivendicando in particolare la carica di vice-sindaco e la delega all'Urbanistica-Lavori Pubblici, attualmente tenuta dallo stesso sindaco Messina. Ed a sinistra? Continua la querelle dei due tavoli, istituzionale dei partiti del centrosinistra e quello del cartello dell'opposizione, con i movimenti ed i gruppi gravitanti a sinistra. «La sostanza vera - afferma Adriano Mongiello, facente parte del gruppo che gravita intorno a Pasquale D'Acunzi - è che si lavora per la discriminazione, per riservarsi poi il diritto di scelta. Invece, sarebbe opportuno che insieme lavorassimo per la vittoria».