PoliticaBuchicchio spara a zero sul Direttivo Pd

Buchicchio spara a zero sul Direttivo Pd

Inserito da (admin), martedì 26 gennaio 2010 00:00:00

Massimo Buchicchio, studioso di storia locale e cultore delle tradizioni cavesi, scende in campo e dice la sua - da iscritto - sulla linea politica del Pd metelliano. Leggiamo insieme:

«Anche n. 5 iscritti al PD hanno il diritto di esprimere la loro opinione. Personalmente, poi, vorrei vederli in viso gli altri 1.400 iscritti che la penserebbero diversamente. Ho i miei dubbi che a Cava ci siano tante persone che hanno aderito al PD solo per il desiderio di dare una mano a fare politica.

Sono sicuro che gran parte degli iscritti del PD è gente sana che ha voglia di fare politica, ma tra i 1.400 si nascondono sicuramente anche dei pacchetti “preconfezionati” di tessere da mettere al momento opportuno nella bilancia per condizionare le scelte del partito. Tanto è vero che in modo più o meno velato i “pacchetti” vengono, da qualcuno, in più interventi evocati come truppe da schierare. E di volta in volta, si ode la voce di qualche lacché. Ma come tutte le compagnie di ventura, questi pacchetti “preconfezionati” sono inaffidabili ed alla mercè di chi li remunera al meglio.

Il pacchetto tessere è il più deplorevole sistema di controllo di un partito inventato, un tempo molto in voga nella vecchia D.C. E quando si sarà esaurito il filone d’oro (gestione del sottopotere), questi soldati di ventura dal PD dove approderanno? Voglio ricordare a me stesso ed agli altri, che negli anni 70 il vecchio P.C.I., quando nella città riscuoteva grandi consensi (oltre il 41% dei votanti) ed esprimeva senatori, deputati, consiglieri regionali e provinciali, con più sezioni radicate sul territorio, aveva poco più di 800 tesserati e circa un centinaio di ragazzi nella federazione giovanile. Quelli sì che erano Direttivi di partito che contavano, avevano un peso rispetto al direttivo attuale del PD. Avevano il consenso popolare e degli iscritti con milizia politica di spessore alle spalle.

Da semplice iscritto ho assistito all’ultimo Direttivo del PD. Quale è stata la mia sensazione? Il dibattito, una minestra preconfezionata dove il contributo di chi la pensava diversamente veniva puntualmente ignorato a prescindere. Tutti allineati e coperti. Altro che Partito Democratico. Ma quale democrazia. E se ve lo dico io dovete credermi. Come ex sessantottino, ex militante della sinistra extra-parlamentare, ex maoista, ho maturato tanta esperienza da riconoscere da lontano un miglio, prima di sentirne il puzzo, la infernale macchina del partito comunista-stalinista che sa lavorare tra le contraddizioni del popolo per sopprimere le libertà ed il progresso. Ammutolito da una parte, mi sembrava di vedere quei documentari, prodotti in Unione Sovietica nel periodo stalinista, dove appariva nei congressi di partito una plagiata massa oceanica che si emulava nel decantare le lodi per il proprio leader sotto lo sguardo raggiante del commissario del popolo venuta da Mosca.

Questi continui attacchi a Bassolino, a Flora Calvanese, ai cosiddetti bassoliniani, a Bersani, sono la riprova che la predetta macchina è in funzione ed è ben oleata. Si parte dal porre in risalto i limiti e gli errori di chi si vuole distruggere. Si crea il mostro, per poi combatterlo fino alla morte e che serve da coagulo per la massa. E per dirla proprio tutta usando il linguaggio stalinista: li dobbiamo fare fuori.

Detto questo, voglio chiarire che firmando il documento (ndr, la nota inviata ai vertici regionali e nazionali del PD) ho voluto testimoniare il mio dissenso sulla linea politica adottata dal PD cavese. Da sempre quando combatto, uso la mia bandiera e ne sono orgoglioso. Cosa ha fatto di male il PD a Cava che deve nascondersi dentro una lista civica? I cittadini devono votarci per le nostre idee ed i nostri valori che sono racchiusi nel nostro partito. Sono a favore del ruolo propositivo dei partiti. Sono per un bipolarismo e contro il bipartitismo e quindi fautore di larghe intese su programmi condivisibili.

Purtroppo, la posizione di Gigino è diversa. In parole povere Gravagnuolo dice: una volta che mi avete riconosciuto leader, il programma e gli uomini li gestisco io e ciò senza rapportarmi con gli organismi di partito. Gigino è mio amico, guai a chi me lo tocca, ma non posso per questo tacere. Non sono d’accordo su molte sue scelte amministrative. Ho serie perplessità sul suo modo di “fare”. Troppo conflittuale con la cittadinanza. Non sono convinto che la sua scelta di rimanere chiuso nel palazzo possa portare a frutti concreti. E poi, per rimediare, non basta andare in televisione e/o organizzare incontri per cercare legami e consensi. Credo che molte cose realizzate dall’amministrazione Gravagnuolo sono più che ottime, ma altre non sono certamente in linea con la cultura progressista e del centro-sinistra.

Ha delegato la gestione di troppi servizi, ha esaltato troppo il “privato”. Vedasi il servizio cimiteriale che ritornerebbe in parte privatizzato. Non è né nostalgia né reminiscenza marxista. Devo ricordare che il servizio cimiteriale municipalizzato fu il cavallo di battaglia, la “conquista” dei partiti di sinistra e dei progressisti per la città di Cava. La struttura municipalizzata, fino ad oggi, ha tenuto lontano dalla città gran parte degli interessi camorristi sul così detto “caro estinto”.

E’ su queste cose che dobbiamo confrontarci all’interno della coalizione di centro-sinistra, tutta da ricostruire. E chi sarà il candidato sindaco? Dopo la discussione, il nome non sarà più un problema, nessuna preclusione preconcetta, neanche per Gigino. Pertanto, invitando tutti a confrontarsi “civilmente” su questioni politiche e di evitare di esprimere giudizi e comportamenti da ultras della curva sud, porgo cordiali saluti».

Massimo Buchicchio

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