Economia e TurismoVidigal pensa alla fuga

Vidigal pensa alla fuga

Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 19 ottobre 2001 00:00:00

Quattro partite in tutto. Il suo tempo napoletano, infatti, Vidigal (nella foto in alto) l'ha consumato tra due operazioni ad un ginocchio (già malandato ai tempi del suo arrivo) ed una riabilitazione già lunga sette mesi. Ragion per cui, ora che il giorno del rientro s'avvicina, quel che t'aspetti è un Vidigal finalmente su di giri, magari con addosso una gran voglia di ripagare un club ed un tifo che, pur avendolo potuto apprezzare poco o niente, continuano a puntare molto su di lui. Errore. Errore, perché non è così. Errore perché col suo sorriso ampio e con quella coerenza che oggi un poco infastidisce, Vidigal ripete che non vede l'ora d'andar via. Sì, magari lo dice in altro modo, però il concetto è questo. «Voglio tornare presto in campo», dice. «Voglio giocar bene per il Napoli e per me. Aiutando il Napoli, infatti, aiuterò me stesso, visto che ci sono molte squadre che continuano a tenermi d'occhio. Sì, spero di giocare presto e bene qui, per trasferirmi poi in una squadra più importante. Una squadra nella quale mettermi in mostra per non perdere il Mondiale. Perché per me il Mondiale è assai importante. Un'opportunità da non mancare».

Chiarissimo il disegno. Vidigal, il cui rientro - seppure part time e, si capisce, a patto che De Canio (nella foto al centro) lo trovi utile alla causa azzurra - è previsto per l'inizio di novembre, punta ad un paio di mesi di calcio eccellente per poi fare la valigie e cercare gloria altrove. «È un vecchio discorso che ho con la società e che porterebbe vantaggi a tutti quanti», rispiega Vidigal. Ma è soprattutto il segno che il portoghese non si rassegna proprio a giocare «almeno» un anno in B e neppure intende dedicare più d'un paio di mesi al Napoli, che pure l'ha seguito e curato, mettendo anche riparo a guasti procurati altrove. Certo, è nelle legittime aspirazioni d'ogni calciatore rincorrere un Mondiale, ma è pure vero che il Napoli, soprattutto da chi per una ragione oppure per un'altra, ha avuto niente, meriterebbe un po' più d'attenzione, di partecipazione. Quell'attenzione e quella partecipazione che, ad esempio, altri stranieri si sono rassegnati a dare. Il caso di Saber quello più clamoroso. Il giovanotto, ricorderete, non voleva saperne della serie B. A Brusson il primo «strappo», poi il «malanno» che lo tenne più d'una settimana a Casablanca e non gli consentì di rientrare per gli allenamenti a San Marino; in seguito l'esclusione dal gruppo di lavoro, infine, dopo un paio di mesi di inutili tentativi di trovarsi una destinazione nuova, Saber si rassegnò. Tant'è che oggi è tornato in gara per un posto sulla destra. Diversa la posizione di Husain (nella foto in basso). Anche lui, pensando alla nazionale ed al Mondiale, non ha mai fatto mistero della voglia di trovare un club di primo piano. «Ma - ha sempre detto - se dovessi restare al Napoli non sarebbe un problema». Posizione ragionevole, dunque, quella dell'argentino. E posizione ancora più conveniente fu quella di Sesa, anch'egli nazionale e anch'egli in «debito» col club. «Voglio restare per dare al Napoli quel contributo che non ho saputo dare», disse. È vero, quel contributo il Napoli non l'ha avuto ancora, però, almeno ci ha provato. Chi continua a non volersi rassegnarsi, dunque, è Vidigal. Lui non ha mai cambiato idea. Però ha tempi brevi, il portoghese, per rendere operativo il suo progetto. In due mesi, pensate, dovrebbe ritrovare la forma migliore per giocare, convincere De Canio a dargli un posto e trovare un club che assecondi le voglie miliardarie di Corbelli. Mah, a volte forse è meglio rassegnarsi.

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