Economia e TurismoNuova beffa nel finale, Cavese sempre più nel baratro

Nuova beffa nel finale, Cavese sempre più nel baratro

Inserito da (admin), lunedì 18 aprile 2011 00:00:00

Sembra scritto, per la Cavese tutto deve andare storto. A calare un incantesimo sui metelliani sono stati i tre “stregoni” del Benevento, Clemente, Pintori e Mounard, e lo sforzo dei padroni di casa è stato reso completamente vano, nel giorno in cui i tifosi della Cavese ricordavano Catello Mari. Galderisi ed i suoi giocatori meritano di stare ai vertici della classifica della Prima Divisione, la Cavese di Mauro Melotti resta desolatamente in fondo, con soli 4 incontri da disputare.

Eppure l’avvio dei metelliani, subito aggressivo, lasciava presagire ben altro. Al 17’ su corner di Camillo Ciano era stato il difensore Sirignano a mancare la deviazione decisiva. Il Benevento reagisce procurandosi al 29’ una buonissima palla gol: Grauso crossa in area metelliana per D’Anna, il quale tocca il pallone mandandolo sull’incrocio. Al 32’, però, i giocatori in maglia bianca vengono baciati dalla fortuna: Clemente prova da 40 metri una conclusione che il vento rimanda verso la porta di Pane per l’1-0. Ancora al 38’ i beneventani tirano fuori un altro colpo di genio: Pintori calcia in mezzo all’area cavese e Mounard, anziché controllare, fa velo e permette al pallone di entrare. Il 2-0 per gli ospiti fa scatenare, al fischio dell’intervallo, la forte contestazione dei tifosi aquilotti, sconcertati da quanto hanno visto nei primi 45 minuti di gioco.

Con l’ingresso di Del Sorbo al posto di Camillo Ciano, Melotti aumenta il peso offensivo ed il Benevento non si fa più vedere per diversi minuti dalle parti di Pane. Comunque la Cavese, pur non avendo la qualità che hanno gli ospiti, dispone di un orgoglio da vendere: al 70’ Schetter approfitta di un rimpallo favorevole e se ne va verso la porta, per poi battere Paoloni. Al 73’ lo stesso Schetter trova addirittura il 2-2 su calcio di punizione. Il finale si scalda con due espulsioni, quelle di Sirignano e Landaida, che lasciano ambedue le squadre in 10. Dopo che Pane aveva salvato il risultato all’80’ su gran tiro di Evacuo, il pubblico invoca a gran voce l’espulsione di Paoloni per aver preso palla con le mani fuori area, ma è solo cartellino giallo. Il portiere ospite è miracoloso all’83’ su Schetter ed all’89’ su Cipriani, ma il colpo del campione ce l’ha David Mounard al 93’: il suo destro da 30 metri non è raggiunto da Pane. E’ il gol del 3-2 che zittisce l’intero stadio metelliano. Un silenzio che fa male. La Cavese rischia e questo i tifosi lo sanno benissimo. Il rammarico è per una gara che sembrava essersi avviata sul giusto binario.

Spatola rammaricato: «Questa è solo sfortuna»

Rammaricato Giuseppe Spatola per come la sua Cavese è stata battuta, non tanto dal Benevento, quanto dai suoi solisti. E’ la seconda volta consecutiva che la squadra metelliana è beffata nei minuti conclusivi, questa volta addirittura nel recupero. Gli farebbe piacere che la fortuna assistesse i colori biancoblù, almeno per una volta. «Questa è proprio sfortuna - esordisce patron Spatola in sala stampa - Non c’è dubbio che colpi come quello di Mounard sono da campione. Già Evacuo ci aveva provato in precedenza a segnare da lontanissimo ed il nostro portiere era stato bravissimo a parare il tiro, pur essendo stato leggermente fuori porta. Mi rimane la consapevolezza che la Cavese, per sfortuna, prende sempre gol alla fine. Se dovessimo contare tutti i punti che abbiamo perso perché abbiamo incassato gol nei minuti finali, sarebbero davvero parecchi».

Spatola mastica amaro perché il risultato era stato recuperato ed i valori tecnici tra le due squadre comunque erano diversi: con le sue armi la Cavese aveva saputo pareggiare. «C’è molta amarezza, perché ero convinto che avremmo portato in porto il pareggio, ottenuto con la volontà e l’orgoglio. Certamente la differenza tecnica c’è, ma eravamo riusciti con grande determinazione a recuperare due gol». Spatola non riesce a trovare una spiegazione al perché troppo spesso la Cavese si fa riprendere o pareggiare in zona Cesarini. «C’è più amarezza in me rispetto alle altre occasioni in cui abbiamo perso punti, non tanto perché avevamo di fronte una grande squadra, ma perché per l’ennesima volta abbiamo incassato gol alla fine. Forse questo è dovuto allo scarico della tensione nervosa. Mi dispiace perché il pareggio era giusto: era un premio da dare alla squadra, ai tifosi ed alla società. Dobbiamo solo rivolgerci alla buona sorte, affinché ci dia una mano».

Melotti spiega: «Il mio gesto è stato frainteso»

In deroga al silenzio stampa voluto dalla squadra stessa e dallo staff tecnico, l’allenatore della Cavese, Mauro Melotti, ieri si è presentato spontaneamente davanti ai giornalisti per chiarire un suo gesto rivolto verso la tifoseria. Un gesto che lui spiegherà essere stato una richiesta di sostegno. «Prima di tutto devo ringraziare i miei giocatori - spiega - perché dopo aver recuperato una partita così, e dopo aver subito ancora un’ulteriore mazzata nel finale, non è facile riprendere il cammino. Penso tuttavia che, visto il secondo tempo che abbiamo giocato, la squadra va ringraziata. Nel secondo tempo abbiamo provato a modificare il nostro assetto e la volontà ci ha premiato. Poi, c’è stato quel tiro della domenica che ci ha puniti ulteriormente».

Poi la spiegazione dell’episodio, avvenuto dopo l’intervallo. «C’è stato un equivoco con i tifosi - spiega Melotti - e me ne scuso, perché non volevo assolutamente essere polemico nei loro confronti. Volevo solo cercare di far capire che noi avevamo bisogno del loro sostegno, fino alla fine. Fin quando la matematica non ci condanna, non vedo perché non dobbiamo crederci tutti insieme. A parte il malinteso, voglio ringraziare il pubblico».

Orlando Savarese

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