Economia e TurismoNapoli, disastro cinese

Napoli, disastro cinese

Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 1 marzo 2002 00:00:00

Mai più amichevoli. Perché? Perché De Canio, il quale sperava d'avere dall'incrocio coi cinesi un po' di conforto e qualche idea più chiara, poveretto, è uscito dal San Paolo ancora più sconsolato e nero. Ha perduto, infatti, altri due giocatori: Troise (nella foto in alto) e Bocchetti. Contrattura alla coscia per il primo, una caviglia gonfia ed addirittura il rischio di microfratture per il secondo. Possibilità di recupero in tempo utile per il match con la Ternana: zero per Bocchetti (il quale potrebbe addirittura fermarsi per un pezzo), una su cento per Troise. Brutta faccenda. Guai su guai e, ironia della malasorte, proprio nel momento in cui il Napoli sperava di poter contare su un organico completo e, se non proprio in grandissima salute, almeno che si tenesse saldamente in piedi. Invece in difesa domenica a De Canio, oltre a Villa, Luppi, Caruso, Saber, Baccin, manco non bastasse questa litania, mancheranno anche Bocchetti e Troise. Inventare, dunque, la parola d'ordine. E, maledizione azzurra ed ora anche cinese, giusto quando il Napoli torna sulla linea di partenza per lo sprint. Inventare, a cominciare proprio dalla terza linea, dove a destra potrebbe essere promosso quel Quadrini già visto nel finale in terra sarda; dove al centro, a far coppia con Bonomi (per favore non ridete: ieri assente perché con l'influenza), potrebbe essere un «primavera» che compirà 19 anni a maggio, Mariano Stendardo; dove a sinistra, unica certezza, si riaccomoderà il ceko Jankulovski, che ieri, contro i cinesi del Dalian (freschi promossi in A ed in ritiro a Paestum), si è mosso abbastanza bene. Di sicuro meglio di Vidigal, il quale anche in quest'amichevole (vinta dagli azzurri per 3-0: gol di Artistico, Rastelli e Stellone) è stato l'ombra di se stesso. Impronibile, insomma, il portoghese, se è vero come è vero che De Canio dovrà necessariamente ispirare le sue scelte a due principi: l'abitudine al ruolo (di qui anche l'ipotesi Stendardo anziché l'arrangiamento di uomini diversi in posizioni stravaganti) e la condizione di forma. Ebbene, purtroppo, sotto l'aspetto della spinta e della potenza, in mezzo al campo, oggi Vidigal assicura proprio poco. Ed allora, Bigica (nella foto al centro) in tandem con Magoni? Probabile. Anche se don Emiliano dovrà dare al suo calcio molto più vigore di quanto non ne abbia dato ieri contro gli allievi picchiatori di Xu Hong. E gli esterni? E L'attacco? Finalmente qualche notizia buona. Si sono atteggiati egregiamente, infatti, sia Rastelli a destra che Sesa sulla fascia opposta, mentre più in avanti Stellone è sembrato in risalita, forse perché discretamente assistito anche da Montezine, ieri un po' trequartista ed un po' seconda punta. Una soluzione nuova, questa, che spingerebbe in panchina sia Artistico (ancora troppo di legno) che Pavon (sempre troppo evanescente). Dal possibile turn over alla rivoluzione, dunque. Cosa, questa, che non era nelle previsioni e che di sicuro non era nei desideri dell'allenatore. Un lungo e preoccupante passo indietro per la squadra che sembra essere tornata all'avvio di campionato, quando mettere assieme undici giovanotti sani sembrava un'avventura. Ma tant'è: nel momento decisivo, nell'ora del tutto o niente, il Napoli si ritrova obbligato ad esperimenti, probabili esordi di ragazzi (seppur bravi), avvicendamenti necessariamente esagerati e variazione del disegno tattico in attacco. Ma non era il Napoli che sperava negli accidenti altrui?

Stendardo, il baby scalda i muscoli

De Canio si guarda intorno e non trova più difensori. Di qui la necessità di mettere in preallarme un giovanotto della Primavera: Mariano Stendardo, fratello di Guglielmo, allevato in azzurro e poi fatto godere alla Samp, squadra in cui gioca ormai da quattro stagioni. Diciannove anni il 2 maggio prossimo, Mariano Stendardo, napoletano, ultimo prodotto di quella buona scuola di difensori che è il settore giovanile azzurro, gioca da centrale. Stopper deciso nei contrasti e di buona elevazione, elemento di spicco della Primavera, che non a caso in Italia ha la miglior difesa (6 gol appena), ha tecnica discreta, ma probabilmente gli difetta un po' di rafforzamento muscolare. Domenica potrebbe esordire in serie A in coppia con Bonomi: non è certo, però De Canio non può scartare l'evenienza.

IN ATTACCO SI CAMBIA

Rastelli, Sesa e Stellone: è la nuova formula-gol

Un mucchio di brutte notizie, ma dall'amichevole coi cinesi anche qualche motivo di conforto dall'attacco, cambiato nei nomi e nel disegno da De Canio. Per quello che si è visto ieri, inamovibile Stellone, oggi non è possibile pensare ad un Napoli senza Rastelli e Sesa (nella foto in basso): entrambi rapidi di piede e di pensiero ed entrambi pronti a diventare punte in appoggio al centravanti. Ma sin qui, se vogliamo, novità non troppe nuove. C'è dell'altro, però. C'è che tra Rastelli e Sesa ed alle spalle di Stellone ieri De Canio ha piazzato Montezine. Un caso? No, un esperimento. E per giunta ben riuscito, perché quello che potrebbe sembrare a prima vista un attacco ad una punta sola all'improvviso si trasforma in tridente ed anche in qualcosa in più. Non è tutto: in quella posizione che varia tra il trequartista e la seconda punta probabilmente Montezine dà il meglio di se stesso. Infatti, il ragazzo brasiliano, utilizzato spesso e per necessità da quarto a sinistra o addirittura in posizione più centrale, non ha il passo per allungare sulla fascia e non ha neppure buona educazione da mediano. Nato trequartista, capace dell'ultimo passaggio ed anche del tiro dalla distanza media, Montezine s'annuncia nel ruolo che più gli è congeniale. Certezza e non ipotesi, invece, è il rientro di Sesa dall'inizio. Stava andando abbastanza bene, lo svizzero, quando dopo il match col Modena si ritrovò inopinatamente fuori squadra. «In verità - racconta - l'esclusione mi sorprese. Poi, ragionando, mi diedi una spiegazione: probabilmente l'allenatore voleva mettere alla prova gli ultimi arrivati. Ma non ne feci un dramma. Era capitato, infatti, anche che De Canio mi aveva confermato dopo prestazioni non proprio eccellenti. Comunque, se l'allenatore vuole, sono pronto». Pur di tornare titolare, Sesa non fa distinzioni di ruolo e posizione. «Seconda punta oppure esterno a centrocampo fa lo stesso. Anzi, è proprio da quarto a destra che gioco in nazionale. Nessun problema neanche a partire da sinistra?. Anzi, giocando su quel lato potrei rientrare e battere ancora più facilmente con il destro». Che il Napoli abbia trovato nel momento giusto quel Sesa che non ha ancora del tutto conosciuto? Ma questa, per ora, più che una domanda è una speranza.