Economia e TurismoNapoli, De Canio non si esalta

Napoli, De Canio non si esalta

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 8 gennaio 2002 00:00:00

Sosteneva Oscar Wilde che «ogni uomo uccide le cose che ama». La speranza di De Canio e di tutti i tifosi è che Corbelli e Ferlaino non si adoperino, sino in fondo, per dimostrare quanto sia ancora reale il pensiero di Wilde. De Canio (nella foto in alto), dall'inizio della stagione, si sta rivelando come l'unico che fa realmente gli interessi del Napoli. Spesso, andando al di là dei suoi compiti e della sua mansione. Lavora, suggerisce, disapprova, ammonisce, sferza, organizza, bacchetta, gestisce (e non solo lo «spogliatoio»), programma, chiede, ribatte, si batte. Sì, si batte con tutte le sue energie perché il Napoli, al di là di come finirà questo campionato, possa avere un futuro migliore. Un futuro senza stenti, senza litigi, senza rancori, senza polemiche. Un futuro che veda i dirigenti (meglio, se fosse un solo dirigente, diverso da Corbelli e da Ferlaino) non innescare lotte intestine, non pensare solo ai propri interessi, non covare gelosie e invidie, facendosi una guerra senza esclusioni di colpi e di mezzucci. De Canio, sin dal primo giorno, ha chiesto chiarezza, dando l'esempio. Lui è stato trasparente. Con tutti. Con la squadra (per informazioni, chiedere a Saber, uno dei primi a capire di che pasta è fatto l'uomo di Matera); con la società (per informazioni, chiedere a Corbelli che è stato più volte rimproverato dall'allenatore, soprattutto quando il presidente si è lasciato andare ad affermazioni troppo rosee, senza aver garantito alla squadra quell'autorevolezza richiesta dal tecnico); con i tifosi (schietto, sin dall'avvio: «Il Napoli è monco e poco omogeneo. Non mi sento di inserirlo nella rosa delle squadre che lotteranno per la serie A»). Parole sante, parole ribadite anche a costo di far innervosire qualcuno e di non essere «comprese», artatamente, da chi aveva ed ha altri interessi da proteggere. De Canio, anche dopo l'esaltante vittoria a Como (esaltante nel punteggio e, per larghi tratti, nel gioco), riconosce i meriti del successo, l'autorevolezza della prestazione, ma non si sbilancia. «Il Napoli c'è», dice. Ed è già tanto per uno come lui, bravo a non far salire la pressione a nessuno. Basterebbe, infatti, questa frase per accendere gli entusiasmi. È vero, il Napoli c'è, ma ciò non autorizza a sognare. Infatti, per riportare tutti con i piedi in terra, l'allenatore aggiunge: «Abbiamo sempre otto punti di distacco dalla terza e dalla quarta. Non è poco il vantaggio che queste formazioni hanno. Il successo a Como è importante, anche per l'aspetto psicologico, ma non cambia la nostra realtà». Ferlaino (nella foto al centro) ha parlato di serie A. «Io non faccio questi discorsi, anche se non c'è alcun dubbio: sin quando avremo una sola possibilità, proveremo a ritornare in A. Parlo, invece, volentieri dei ragazzi, del loro spirito di sacrificio. Su tutti, Stellone e Magoni: sono stati stoici. Nonostante fossero in condizioni fisiche precarie, sono rimasti in campo sino all'ultimo. È la risposta a chi dice che siamo disturbati da altre vicende». Gli elogi di Corbelli...«... ricevere elogi fa sempre piacere; io, però, vorrei che gli elogi fossero seguiti da altre cose, cose di cui noi non possiamo occuparci». Facili intuire a quali cose De Canio si riferisce. Encomiabile il sostegno dato al Napoli dai tifosi. Tantissimi quelli del Nord Italia. «Sono valori genuini, spontanei: tecnico-squadra-tifosi, tutti uniti. I tifosi soffrono e gioiscono con noi». Chiede loro un particolare incitamento contro il Genoa? «No, perché non faccio appelli, anche se una mano me l'aspetto. I tifosi hanno mille buone ragioni». Corbelli ha detto che avete parlato di rinforzi. «È doveroso integrare questo organico. Lui si è dichiarato possibilista». De Biasi, dopo aver pareggiato a Salerno, ha detto che teme il ritorno del Napoli. «È facile, ora, fare apprezzamenti. Noi vogliamo essere protagonisti, ma non dimentichiamo mai la realtà, quella attuale e quella con la quale ci siamo confrontati e ci confrontiamo». Como e Modena caleranno? «Noi, di certo, dovremo avere un ritmo alto».

Baccin salterà Napoli-Genoa

Il dottor Violante ha escluso fratture per Baccin (nella foto in basso). «Trauma contusivo distorsivo all'avampiede destro», la diagnosi. Sono in corso altri accertamenti presso la clinica Mediterranea: per lui 7 giorni di riposo. Da valutare le condizioni di Rastelli (contrattura da sospetta distrazione coscia destra) e Luppi (contrattura adduttore sinistro).

Mercato: per Grabbi napoletano giorni decisivi

Ormai il disegno è chiaro: il Napoli è sul mercato (e non da adesso) per trovare e ingaggiare quell'attaccante che gli permetterebbe, in coppia con Stellone, di dare l'assalto a chi in classifica gli è avanti. E, ormai, non è un mistero neppure il nome dell'attaccante che il club insegue: Corrado «Ciccio» Grabbi, anni 27, scuola Juve, punta da doppia cifra, accolto in Inghilterra come un gran campione e ora, dopo appena cinque mesi, relegato in tribuna da Souness, boss del Blackburn. Ben avviate già all'inizio di dicembre, le trattative tra il Napoli ed il club inglese ebbero una frenata brusca quando il discorso scivolò sui soldi. Vuote le tasche azzurre e, quindi, non se ne fece nulla per l'attaccante, pagato venti miliardi appena l'estate scorsa ed ora sul mercato per cinque miliardi in meno. Però, complice Peppe Accardi, procuratore della punta, il contatto con gli inglesi il Napoli l'ha tenuto sempre in piedi. Tant'è che ora spera di spuntarla a modo suo. Ovvero: prestito gratuito sino a giugno e poi diritto di riscatto. In verità, il Blackburn ragiona in altro modo (prestito sino a giugno e poi trasferimento certo in maglia azzurra per una dozzina di miliardi), ma non è detto che, avvicinandosi la fine del mercato (fine gennaio), non ci ripensi e lasci partire Grabbi alle condizioni azzurre. Decisiva, comunque, sarà la prossima settimana, quando Grabbi e Accardi incontreranno i vertici del club inglese e spingeranno di nuovo per il trasferimento. In tal caso Grabbi sarebbe anche disposto a un piccolo taglio dell'ingaggio, che oggi è di due miliardi e mezzo per questo ed anche per i prossimi tre anni. Dunque, un attaccante, cioè Grabbi, l'obiettivo azzurro. Poi al massimo un centrocampista (Brambilla), però soltanto in caso di partenza di qualche gicatore: Husain in particolare. Ma il problema del Napoli, che dalle eventuali cessioni vorrebbe soprattutto ricavar denaro, è che le scarse richieste che gli sono arrivate sono anch'esse tutte ispirate al prestito gratuito. Insomma, per il momento ancora nulla di concreto anche sul fronte addii. Cosicché, l'unico discorso di «mercato» che il Napoli ha avviato di sicuro è quello legato al rinnovo del contratto di Stellone. Contratto che scadrebbe nel 2004, ma che l'attaccante - anche in virtù d'una vecchia promessa - vorrebbe già «ritoccato» dalla prossima stagione. Tra Stellone ed il Napoli la trattativa s'è già aperta e, almeno questa, sembra destinata ad un buon finale.