Economia e TurismoCavese, l'ex ds Pavone: «Ecco come portai Lorenzo Insigne a Cava»

Cavese, l'ex ds Pavone: «Ecco come portai Lorenzo Insigne a Cava»

Inserito da (redazioneip), venerdì 23 febbraio 2018 14:57:36

Lorenzo Insigne è senza ombra di dubbio uno dei migliori calciatori italiani, nonché uno dei più talentuosi (e pochi) fantasisti che il panorama del nostro Paese possa vantare. Prima di affermarsi nel Napoli, lo scugnizzo di Frattamaggiore è stato mandato in prestito per fare esperienza. In tantissimi lo ricordano nel Pescara dei miracoli che conquistò la Serie A, ma la primissima esperienza "lontano da casa" fu a Cava de' Tirreni, con la Cavese.

Ad insistere fortemente per la giovane promessa partenopea fu l'allora direttore sportivo della società metelliana, Giuseppe Pavone: «Un sabato mattina dopo aver assistito all'allenamento della Cavese, mi dissero che di lì a poco avrebbe giocato il Napoli Primavera - racconta Pavone - Quindi decisi, un po' per curiosità, di restare a vedere la partita. Non rimasi per vedere Insigne, non lo conoscevo, ma solo per godermi la partita e magari vedere qualche ragazzo. Era un Napoli-Lazio, la squadra capitolina era davvero forte ma la partita finì 5-2 per il Napoli. Praticamente fu Insigne-Lazio 5-2 e lì mi accorsi di questo ragazzo davvero forte. Mi bastò guardarlo per capire la sua bravura rispetto agli altri. E non ci sono tante spiegazioni, lui è un talento naturale. Gioca divertendosi, non subisce ansia e pressioni. Non si lascia sopraffare dalle emozioni. Era così a 18 anni, è così anche oggi. La straordinarietà delle sue giocate è che non ne fa mai una uguale all'altra. Quando lo vedi, palla al piede, pensi: ora farà così invece lui fa quello che tu non pensi. E' concreto, non si specchia in se stesso. Vuole sempre far gol, ma anche i suoi assist sono preziosi».

«Arrivò gennaio e avevamo bisogno di fare qualche cambiamento soprattutto in attacco.- prosegue Pavone- La gente invocava un centravanti ma io sapevo che avevo bisogno di una punta esterna che facesse da raccordo tra centrocampo e attacco. Insigne questo lavoro lo faceva benissimo partendo da sinistra e pensai subito a lui. Però ero indeciso tra Insigne e Bellomo dello Spezia che all'epoca era nella Primavera del Bari. Il caso volle che ci fosse Bari-Napoli quella settimana e l'andai a vedere per guardarli da vicino entrambi. Scelsi Insigne perché era più pronto e vedeva meglio la porta. Solo che il responsabile del settore giovanile del Napoli, Caffarelli, non voleva darmelo perché doveva fare il Viareggio col Napoli. Alla fine ci accordammo affinchè facesse il Viareggio lì e poi venisse da noi, infatti arrivò a metà febbraio. Da lì cominciò il nostro sodalizio, lo portai a Foggia con me l'anno dopo dove conobbe Zeman che a sua volta lo volle a Pescara l'anno successivo, il resto è storia nota».

Nonostante la fiducia, però, Insigne non lasciò un grande ricordo alla Cavese, raccogliendo solo 10 presenze e 0 reti. Ma l'incontro con Pavone fu importante e decisivo per la sua carriera. «Da lì cominciò il nostro sodalizio. - conclude il dirigente sportivo - Lo portai a Foggia con me l'anno dopo dove conobbe Zeman che a sua volta lo volle a Pescara l'anno successivo. Il resto è storia nota».

Galleria Fotografica