Economia e TurismoAvanti tutta...il Napoli soffre e vince

Avanti tutta...il Napoli soffre e vince

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 14 gennaio 2002 00:00:00

Che fatica! Ma alla fine il Napoli, griffato più cuore che pallone, l'ha spuntata. Certo, il Genoa c'è rimasto male, ma questo non fa che ingigantire i meriti "morali" degli azzurri, capaci, a capo di una complicatissima giornata, d'aver ragione sia dei propri errori, limiti e contingenze amare, che di un avversario abile a non dargli mai punti di riferimento, oltre che, sul gol, fortunato nel trovare come complice Magoni. Comunque sia, seppur sofferta, vittoria assai pesante quella azzurra, mentre s'allunga al sesto risultato buono (cinque vittorie ed un pareggio) la striscia positiva. E in questa prima di ritorno in cui (in attesa del Como questa sera) solo l'Empoli è caduto, importante per il Napoli è stato non perdere la scia di chi comanda. Certo, però, che sofferenza, in questa gara che ha dato serissimi pensieri per un tempo e passa e poi s'è finalmente colorata dei colori del successo. E' accaduto che il Napoli, in trasferta per l'ultima volta a Benevento, è incappato in un Genia che ha fatto di necessità virtù e che, costretto a fare a meno di Francioso, s'è affidato a quel Manetti "rompiscatole" eccellente a controcampo, e a Carparelli, unica punta. Ebbene, il Napoli quel Manetti ballerino, rapido e scattante, l'ha sofferto addirittura troppo. Come ha sofferto Stroppa, che tatticamente ha messo il freno ad Ametrano, e Ruotolo, che sull'altra fascia ha infastidito Bocchetti e Jankulovski. Napoli un poco imbalsamato, insomma. E magari anche un poco impaurito per quell'incrocio dei pali colpito a freddo su calcio franco del buon Carparelli. E se a questo s'aggiunge la vena, non proprio brillante, di Magoni e Vidigal in mezzo al campo, ecco spiegato quel primo tempo ingeneroso verso il calcio. Al Napoli, insomma, urgeva un cambiamento. Meglio: un cambio. Meglio ancora: due cambi. Soluzione che diventa urgente quando il Genoa, sfruttando un "buco" al centro della difesa azzurra, costringe Magoni all'autogol. De Canio, allora, affretta i tempi. Fuori Luppi (acciaccato) e Bocchetti fuori fase, e dentro Graffiedi (nella foto in alto) e Montezine. In pratica l'allenatore ridisegna la formazione in campo. Il Napoli, colpito su autogol, s'affida ad un 3-4-3 con Ametrano sulla riga dei terzini, con Jankulovski finalmente un po' più avanti, con Montezine in forza al centrocampo e, soprattutto, con quel Graffiedi che fa volare la squadra sulla fascia e che diventa pure terza punta. Ebbene, il Napoli così messo ritrova la forza, il coraggio, la volontà di andare avanti. Ora il Genoa è schiacciato, fermo, irretito dal caparbio calcio degli azzurri. Volontà, certo. Cuore, anche. Ma non solo. Il Napoli, riveduto e corretto da De Canio, fa belle giocate e stronca l'avversario sulle fasce. Con Graffiedi e Jankulovski, infatti, trova quella profondità che prima non aveva. E sotto l'urto azzurro il Genoa pericolosamente si rintana, barcolla, trema, prende il gol. Quello del pari firmato da Bonomi,immagine della volontà della squadra intera. Ma può bastare il pari? Assolutamente no. E, infatti, il cuore azzurro non s'appaga. E, infatti, il Napoli riparte, e non è un caso che a cinque dalla fine il gol della vittoria arrivi proprio da una combinazione di Graffiedi-Jankulovski (nella foto al centro), con il cross lungo del ceko e l'inserimento felice dell'esterno che sorprende una difesa già mezza stordita. Così, al nobile Napoli si arrende anche l'indomabile Forieri. Così s'arrende e s'arrabbia la sponda genoana. Sì, alla fine il Napoli ammette l'eccessiva sofferenza, ma va bene anche così. Anzi, va meravigliosamente bene, anche perché in B non sempre basta il bel calcio per prendere i tre punti. Ebbene, il Napoli ha imparato la lezione e ieri, dove non è riuscito ad arrivare con il ragionamento e il piede buono,c'è arrivato con la sua decaniana voglia di vincere comunque.

Anche ieri ci ha provato, solo che stavolta il gol non è arrivato. Per Oscar Magoni (nella foto in basso), però, l'importante è comunque vincere. In barba al bel gioco, alla faccia dei preziosismi che esaltano gli spettatori, ma che non servono a fare classifica: «Quel che conta è aver portato a casa altri tre punti, aver proseguito sulla strada del successo, aver continuato nella rincorsa al vertice».

Magoni è giocatore serio ed esperto. Sa perfettamente che anche in caso di vittoria bisogna ammettere i propri limiti, e non si tira indietro: «Vero, non abbiamo giocato una gran partita. Però di fronte c'era una signora squadra. Questo dobbiamo ammetterlo: il Genoa ha saputo mostrare cose buone, solo che noi siamo stati bravi a prendere al volo le occasioni quando sono arrivate». E il veterano degli azzurri sa approfondire anche i vari punti: lo scarso rendimento del Napoli e le capacità di reazione che hanno portato al successo: «Partiamo dalla voglia di vincere. È stata quella che ci ha consentito di entrare nei varchi che il Genoa ha lasciato aperti quando è arrivata la stanchezza. Ecco, quella è stata la nostra bravura. Sui nostri demeriti, ad essere sinceri, le cose sono andate ancora peggio rispetto a quel che avremmo potuto fare, anche perché il terreno di gioco era in condizioni disastrose. Difficile tocare palla, quasi impossibile intuire la direzione che avrebbe preso il pallone dopo averlo toccato». E proprio per una zolla maledetta, secondo il racconto di Magoni, è arrivato il gol del Genoa: «Ricordo solo di aver provato una rincorsa a perdifiato, ricordo di aver tentato l'intervento su Malagò. Poi non so cosa sia accaduto, me lo ha spiegato Mancini. Il portiere m'ha detto che la palla è rimbalzata su una zolla e ha preso una direzione difficile da intuire. Peccato, per colpa di una zolla abbiamo rischiato grosso».

Solo rischiato, fortunatamente. «Sì, poi sono arrivati i gol. Fortunoso quello di Bonomi che, comunque, ci è servito a tornare in partita, bello quello di Graffiedi. Ecco, proprio Graffiedi merita il nostro applauso, perché è sceso in campo con la mentalità giusta, quella che occorre per recuperare nelle situazioni difficili. È entrato dando il massimo e cercando la rete. C'è riuscito e merita il nostro ringraziamento». Una Vittoria che consente al Napoli di resatare agganciato al treno che guida la classifica: «Vero - allarga le braccia Magoni - ma non dobbiamo mollare. Partiamo con un handicap rispetto alle altre, non possiamo permetterci di sbagliare mai».