CronacaVendeva oro rubato, denunciato un gioielliere

Vendeva oro rubato, denunciato un gioielliere

Inserito da Mariangela Adinolfi (admin), lunedì 8 aprile 2002 00:00:00

Noto orefice cavese trovato in possesso di gioielli rubati. Denunciato a piede libero il 77enne Carmine Noviello, titolare di una bottega in via De Filippis. Nella sua casa di Pregiato, in via Parisi, i Carabinieri di Cava, agli ordini del maresciallo Recchimuzzi, hanno trovato e sequestrato diversi monili in oro, tra anelli, collane, bracciali ed orecchini, di cui l'uomo non ha, per ora, spiegato la provenienza. Un piccolo ''tesoro'' venuto fuori dopo la perquisizione e per il quale, non essendogli stato contestato il reato di furto, Noviello dovrà rispondere dell'accusa di ricettazione. Nel caso in cui venisse confermata l'imputazione, pesante potrebbe essere la sanzione prevista dal codice penale per il gioielliere: da due ad otto anni di carcere, oltre ad una multa che oscillerebbe da uno a venti milioni di lire. Noviello, per il momento sospettato di comprare preziosi rubati per poi rivenderli, magari all'interno del suo esercizio, sarà ascoltato dagli inquirenti nei prossimi giorni. Si cercherà, probabilmente, di far luce sulla provenienza di quei gioielli e, soprattutto, di capire chi altro è implicato in questo mercato nero di oro, gemme ed oggetti di valore. Si batte la pista di un grosso giro di venditori e mediatori, pista che ha portato al fermo di Noviello, da tempo nel mirino dei Carabinieri. Le indagini, intanto, proseguono a ritmo frenetico ed il caso potrebbe, già nelle prossime ore, arricchirsi di nomi e particolari ancora più rilevanti. Ma il fenomeno della ricettazione in città non è un fatto del tutto nuovo alla cronaca cavese. Un precedente di rilievo soltanto lo scorso 23 gennaio, quando, dopo lunghe indagini, nell'abitazione di una persona indagata per ricettazione, venne ritrovata gran parte delle opere d'arte rubate, pochi giorni prima, in alcune abitazioni dislocate nella zona del Cilento, da Agropoli a Capaccio a Santa Maria di Castellabate. Reperti di una certa importanza, tra cui 315 monete antiche, risalenti al V e VI secolo avanti Cristo, 188 reperti in bronzo di epoca medievale, due quadri dipinti ad olio firmati da ''P. Avallone'', poi risultati rubati alla famiglia De Angelis di Castellabate. Dietro il colossale traffico di opere d'arte, che aveva fruttato ai malviventi decine e decine di milioni di lire al mese, c'erano quattro uomini, tutti di nazionalità croata, specializzatisi in furti di opere d'arte e di mobili antichi.