CronacaTutta Cava si ribella all'assurda chiusura dell'ospedale

Tutta Cava si ribella all'assurda chiusura dell'ospedale

Inserito da (admin), venerdì 7 maggio 2010 00:00:00

Da oggi bandiera a mezz’asta a Palazzo di Città: è solo la prima delle azioni di protesta che il sindaco Marco Galdi ha annunciato di voler intraprendere a breve per tentare di impedire la chiusura dell’ospedale “Santa Maria dell’Olmo” ed il suo “accorpamento” al “Villa Malta” di Sarno, decisi dal piano di razionalizzazione ospedaliera stilato dal subcommissario governativo Giuseppe Zuccatelli.

I cittadini cavesi sono stati invitati dal sindaco a “proclamare uno stato d’agitazione” per sostenere “una delle battaglie più importanti nella storia della città”. Rinnovata anche da parte del primo cittadino e del consigliere regionale Giovanni Baldi la richiesta di un incontro urgente al Presidente della Regione, Stefano Caldoro, per proporgli soluzioni alternative alla chiusura dell’ospedale metelliano. Una richiesta accompagnata dall’esplicita “minaccia” di intraprendere “azioni pacifiche quanto incisive per difendere la permanenza sul territorio della struttura ospedaliera” se non si otterrà tale incontro entro il termine di 3 giorni.

Ed un invito alla mobilitazione generale di tutta la cittadinanza, accompagnato dal sostegno alle iniziative intraprese dal sindaco Galdi, arriva da Assoutenti e dal suo Presidente provinciale, l’avv. Francesco Avagliano. Di seguito la nota stampa diffusa in merito:

Assoutenti dice no: Cava non può andare con Sarno

“Avendo appreso il contenuto della missiva indirizzata a Caldoro da parte del Sindaco Prof. Marco Galdi unitamente al Consigliere Regionale Dott. Giovanni Baldi, se ne condivide il contenuto e si esprime pertanto pieno sostegno ad ogni iniziativa che tutta l’Amministrazione Comunale voglia prendere nel suo insieme.

Si auspica altresì il pieno coinvolgimento di tutta la cittadinanza e le forze civili e culturali per eventuali manifestazioni di piazza che dovranno vedere una necessaria e massiccia presenza di tutta la popolazione cavese, che deve scendere in campo per difendere il proprio diritto alla salute.

Si coglie, inoltre, l’occasione per ringraziare gli oltre 4.000 cittadini che hanno inteso aderire al gruppo creato sul social network Facebook “Salviamo la sanità a Cava de’ Tirreni” ed all’evento collegato al gruppo “Salviamo l’ospedale no alla bozza Zuccatelli” e si invitano gli organi di stampa e le testate giornalistiche on line, cavesi e non, a riservare nella loro Home page un link all’iniziativa, al fine di coinvolgere il numero massimo di cittadini possibili.

In relazione, poi, al trasferimento e/o accorpamento dell’Ospedale di Cava con il “Villa Malta” di Sarno, la nostra associazione esprime nel merito la sua piena contrarietà. Infatti, non è plausibile né in alcun modo ipotizzabile che un paziente cavese possa essere trasportato a Sarno avendo lo stesso come suo Ospedale di competenza.

La scelta di legare Cava con Sarno è del tutto fuori da ogni logica di territorialità in virtù della mancanza di una continuità territoriale. Non si comprende, infatti, come mai è stato creato questo binomio assolutamente incoerente rispetto alla dislocazione territoriale delle due città, che non presentano alcun elemento di contiguità tale da giustificare la scelta adottata nella bozza predisposta dal Piano Zuccatelli.

Alla luce delle suesposte argomentazioni si auspica un ripensamento del Piano nel suo complesso prima che lo stesso possa trovare la firma definitiva da parte del neo Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Dall’analisi dei dati economici dello sfascio della sanità in Campania, infatti, il quadro che se ne trae è a tinte fosche e quindi il nuovo piano ospedaliero non potrà non essere improntato al rigore, al taglio dei costi e delle spese inutili.

Quello che non si dovrà tagliare è il diritto alla salute dei campani, dei salernitani e dei cavesi in particolare. Vi dovrà essere, infatti, un’equa ripartizione dei sacrifici su tutto il territorio regionale e provinciale, e non potrà e non dovrà essere solo la città di Cava de’ Tirreni a pagare le conseguenze di questi tagli.

Si invita, quindi, a lottare tutti insieme affinché Cava non sia cancellata dalla geografia sanitaria regionale nonostante gli oltre 400 anni di storia delle nostre strutture ospedaliere. Se vinceremo, la vittoria non avrà un solo padre, ma sarà la vittoria di tutti”.

La Redazione

Galleria Fotografica