CronacaOspedale, risarcito il medico licenziato

Ospedale, risarcito il medico licenziato

Inserito da Il Mattino (admin), mercoledì 3 luglio 2002 00:00:00

Licenziato per troppe assenze ingiustificate, dopo venti anni un ginecologo dell'ospedale "Santa Maria Dell'Olmo" (nella foto) si vede accordare un cospicuo risarcimento: circa 700 milioni delle vecchie lire da richiedere alle casse dell'Asl. A deciderlo è stata una sentenza del Tar di Salerno, che ha confermato il giudizio in primo grado emesso nel '78 dal Tribunale amministrativo di Napoli. Protagonista dell'anomala vicenda è il ginecologo Achille Della Ragione, 56 anni, volto noto negli anni settanta per le sue chiacchierate battaglie abortiste, finito per tre volte nel libro nero dei «cucchiai d'oro». Eppure, secondo il medico di origine napoletana, sarebbe stata proprio una sua intervista-scandalo, rilasciata ad un quotidiano nazionale, a far scattare il licenziamento: «Non ho mai nascosto - racconta - il mio credo abortista, anzi, lo predico con ardore. Nel '78 un quotidiano pubblicò una mia intervista, in cui raccontavo di aver praticato circa 14mila aborti in un anno (una media di 60 ogni 24 ore). I dirigenti dell'allora Usl non gradirono molto le mie uscite: sebbene fossi in malattia, fui licenziato per decadenza dall'incarico». Di diverso tenore la posizione dell'allora Ufficio Legale dell'Usl 48, che, stando agli atti legali, motivò il decadimento dall'incarico per mancanza di regolare documentazione, necessaria a giustificare l'assenza per malattia. Iniziò, così, la lunga battaglia legale. «Il Tar di Napoli - continua Della Ragione - accolse il mio ricorso, revocando il licenziamento. Il giudizio fu riproposto con una sentenza del '90, che impose all'Usl di reintegrarmi, ma i diversi commissari ad acta non ottemperarono. Tornai al lavoro solo nel '92, per poi essere sospeso l'anno successivo. Per colpa di questi signori, non solo io, ma l'Asl, la Regione ed infine i contribuenti, saranno costretti a pagare un costo molto più consistente». Nel '93 ancora assenze ingiustificate, con in più un'accusa per truffa (procedimento chiuso con un'assoluzione). Amnistia nell'83 ed una condanna per patteggiamento ad 1 anno e 2 mesi, con pena sospesa. Il ginecologo ha sempre smentito le accuse di "cucchiaio d'oro": «Calunnie. Si tratta di fatti diversi, ormai spenti».