CronacaNina Farano, la storia della "sposa bambina di guerra"

Nina Farano, la storia della "sposa bambina di guerra"

Inserito da Michele Lanzetta (admin), mercoledì 21 settembre 2011 00:00:00

Protagonista di un frammento di storia locale che ha intrecciato le pagine della sua vita con le vicende della seconda guerra mondiale, oggi, mercoledì 21 settembre, la 77enne cavese Nina Farano è stata accolta a Palazzo di Città dal sindaco Marco Galdi e dall’assessore Carmine Adinolfi, che a nome dell’intera cittadinanza hanno dato il loro benvenuto alla “sposa bambina di guerra”.

Stampa, radio ed addirittura servizi cinematografici all’epoca dei fatti narrarono l’incredibile vicenda della signora Farano, “costretta” dall’amore-necessità a migrare nel nuovo continente. «Fu una scelta non facile la mia, tant’è che confidai a mio padre di non voler sposare mio marito e di non volermi trasferire in America. Non lo conoscevo, non parlavamo la stessa lingua e non volevo staccarmi dai miei affetti. Ma lui mi rispose che andandomene in America ci sarebbe stato più cibo per tutti loro», ha confessato commossa la donna stamani a Palazzo di Città.

Nel settembre del 1943, durante lo sbarco degli alleati, il soldato americano John Fortin, trovatosi a Passiano, fece amicizia con una ragazzina di 13 anni, Nina Farano, e con la sua famiglia. Pochi giorni dopo dovette ripartire, ma prima di andare via promise alla ragazzina che, se fosse sopravissuto alla guerra, sarebbe tornato e l’avrebbe sposata, portandola con sé in America. Finita la guerra, e dopo mesi di silenzio, la famiglia Farano si mise in contatto con lui. John Fortin venne in Italia e si propose come marito a Nina, che dopo varie indecisioni e perplessità decise per il .

Era il 1950. Per Cava de’ Tirreni e, data l’elevata risonanza mediateca che ne seguì, anche per l’Italia intera, furono le nozze dell’anno. «Non immaginavo minimamente che il mio matrimonio potesse scatenare tutto quello scalpore - ha spiegato la signora Nina - Fotografi, giornalisti, mi ritrovai a casa un sacco di gente che non conoscevo nemmeno e nello stesso momento non ne sapevo il perché».

Un servizio di quattro pagine su “Il Tempo illustrato”, le riprese di cinegiornali, l’interesse della cinematografia nazionale, che addirittura intendeva preparare una sceneggiatura sulla sua storia, ed il “debutto” di un noto fotografo di “Life”, che col matrimonio di Passiano fece il suo primo servizio (di recente ricordato sul “Venerdì” di Repubblica in occasione della sua morte): questi gli “attestati” di interesse che la signora Nina Farano in Fortin registrò con il suo matrimonio.

Oggi la signora Nina ha tre figli, dei quali uno lo scorso maggio è stato a Cava de’ Tirreni. Da qualche anno il marito John è venuto a mancare, ma lei, pur vivendo negli Stati Uniti da oltre 20 anni, si sente ancora cavese. Ed è la ragione per cui, leggendo il cartello “Cava de’ Tirreni” in autostrada, è scoppiata in lacrime per la commozione. Radici, esperienze, sentimenti di un tempo, ma che andrebbero riproposti e rinsaldati per rendere la società moderna più “nobile”.

E l’Amministrazione comunale intende porle il suo personale “grazie” invitandola lunedì 26 settembre a Palazzo di Città in occasione dell’iniziativa “Cava, lo sport e le sue stelle”. «Sarà il modo - ha affermato l’assessore Carmine Adinolfi - per far conoscere a tutti la storia e l’amore che la nostra concittadina aveva ed ha per la sua terra».

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