CronacaLa quotidiana agonia del Parco Schwerte

La quotidiana agonia del Parco Schwerte

Inserito da (admin), mercoledì 7 settembre 2011 00:00:00

Non occorre essere profeti per presagire il futuro dei beni comuni se osserviamo quanto accade nei fine settimana presso il polmone verde posto a nord della “Città dei Portici”, il noto “Parco Schwerte”, riaperto alla fruizione di grandi e piccini solamente alcuni mesi or sono. L’area verde si presenta abbandonata a se stessa, che, se paragonato ad un essere umano, la si potrebbe definire in agonia!

Non è semplice esplicitare con nuove parole cosa gli occhi dei cavesi e dei forestieri che vi recano per fronteggiare la calura di questi giorni, hanno visto. È un’ormai vecchia ed irrisolta problematica! Quando gli abitanti del posto e gli assidui frequentatori ne reclamavano l’apertura, noi li esortavamo ad avere pazienza e far completare i lavori, anche se si stavano protraendo da mesi. La caparbietà non ha limiti! Oggi assistiamo ad aiuole inesistenti, ad illuminazione incompleta, all’irrigazione dei viali e non delle aiuole ed alla carenza degli arredi, oltre al punto di ristoro e dei bagni che restano chiusi.

Il Sindaco Marco Galdi, sabato 2 luglio, inaugurando il riaperto Parco Schwerte, seppur incompleto, l’ha raccomandato alla cura dei frequentatori. Oggi se ne contano sempre meno, sia per la presenza di nuvole di zanzare e mosche, sia per la presenza dei colombi e ratti di varie misure e sia per il lerciume causato dai fagocitatori di pizze ed altri alimenti lasciati a terra, compreso le bottiglie di vetro delle birre e vino, anche se palesano la volontà di “cestinare” i cartoni e le bottiglie nei “micro cestini in ferro”; fanno eccezione quelli che lasciano il tutto a terra nei pressi delle panchine e sulle aiuole.

I frequentatori del parco, in tarda serata di sabato e domenica, ritenendo di trovarsi in un locale pubblico e non in un Parco (luogo e non locale pubblico), hanno ripreso, comodamente seduti sulle nuove panchine e con palese maleducazione, a consumare pizze ed altri alimenti, oltre che bere bibite in vetro e lattine, ben sapendo che l’asporto è stato vietato con apposita severa ordinanza sindacale; abbandonando gli avanzi di cibo, i cartoni ed i vuoti delle bevande nei pressi dei pochi cestini presenti nell’agonizzante polmone verde cittadino, uno addirittura collocato nell’area parco-giochi per i bambini. La vista di tanti cartoni, bottiglie e lattine accostate ai contenitori ci suggerisce che gli “avventori del Parco Schwerte”, dopo essersi riempiti la pancia e bevuto quello che hanno voluto, vorrebbero lasciare i rifiuti nei cestini, ma questi, stante la quantità di rifiuti prodotti nei fine settimana, non riescono a contenerli.

Urge, quindi, che l’Amministrazione provveda, dopo l’installazione di contenitori di maggiori dimensioni, possibilmente rettangolari e realizzati con fasce di finto-legno all’esterno, tanto da divenire arredi del parco, a far eseguire un’accurata disinfestazione e derattizzazione. L’Amministrazione comunale, nei giorni scorsi, ha fatto recidere l’erba cresciuta a dismisura nelle povere aiuole, ma eccetto per qualcuna di esse, i fiori posti a dimora all’atto della riapertura sono appassiti. Gli idranti devono essere meglio posizionati, ci dichiarano gli anziani che giocano a carte sotto l’unico attrezzato gazebo (l’altro è spoglio).

I servizi igienici sono chiusi, ma noi riteniamo che è bene che restino serrati, poiché, a nostro sommesso avviso, non siamo ancora civilmente pronti a gestire, da soli, tali servizi. L’area orinatoio per l’esigenza dei grandi e dei piccini, uomini e donne, è stata localizzata nella fascia d’aiuola ove insiste una folta siepe che confina con la proprietà Del Buono, visto che è completamente buia, nonostante prima dei lavori fosse ben illuminata. La seconda area per orinare è quella posta alle spalle del plesso che dovrà ospitare la sala ristoro.

I fruitori del Parco Schwerte lanciano un ennesimo S.O.S. alla Civica Amministrazione, affinché dia dignità all’oasi verde di Via Veneto ed a quanti la frequentano, cavesi e non, disponendo un’immediata severa vigilanza dei giardini, da svolgersi dall’apertura alla chiusura, quest’ultima quando avviene, atto indispensabile alla salvaguardia del patrimonio comunale, per non assistere alla sua lenta, ma quotidiana agonia, non trascurando i non pochi soldini pubblici spesi sin’ora!

Livio Trapanese

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