CronacaLa Polizia a casa di Colucci

La Polizia a casa di Colucci

Inserito da Il Mattino (admin), lunedì 15 aprile 2002 00:00:00

Perquisita la casa di Mario Colucci, ex dirigente giovanile di Alleanza Nazionale e prossimo ad un nuovo incarico in Federazione, di recente apparso sulle cronache locali per la sua costituzione come parte civile nel processo Trapanese contro il sindaco Alfredo Messina, per il quale il 23 prossimo si deciderà sulla questione della presunta incompatibilità. All'alba gli agenti della Polizia si sono presentanti alla sua porta, sottoponendolo ad una serie di domande. A far scattare il blitz, secondo lo stesso giovane dirigente cavese, una denuncia, che avrebbe indicato la presenza nel suo appartamento di materiale sospetto, come droga ed armi: quanto basta per dare il via alle operazioni: «Mi è stato detto - racconta Mario Colucci - che si trattava di una denuncia anonima. Gli agenti mi hanno fatto qualche domanda, ma si sono subito accorti che era stato solo un abbaglio. Si sono dimostrati molti cortesi e sereni. Hanno incontrato la mia piena disponibilità: del resto, sono un cittadino da sempre impegnato, anche come rappresentante di An, al fianco delle Forze dell'ordine e del rispetto della legge». Per lo spiacevole episodio di cui è stato protagonista, Mario Colucci non cerca una difesa d'ufficio, ma tiene solo a precisare il pericolo dei possibili riflessi che le battaglie politiche potrebbero avere sulla sua vita privata: «Gli agenti hanno fatto il loro dovere: quando c'è una denuncia - dice Colucci - devono eseguire degli accertamenti. Anche se la visita a prima mattina non è certo da tutti i giorni. Purtroppo, in questi ultimi tempi mi sono abituato a piccoli incidenti, tutti concentrati nell'arco di pochi giorni. Il furto del mio ciclomotore, per il quale ho presentato regolare denuncia alle Forze dell'ordine; qualche voce poco piacevole. Nulla, però, che possa, almeno per ora, collegare ad una vicenda politica in particolare». Insomma, solo sospetti? «Direi, piuttosto, delle possibili interpretazioni - replica il giovane dirigente - di questi ultimi fatti che mi sono capitati. Una cosa è certa: io non ho scheletri nell'armadio. Ne è una riprova il fatto che mi espongo in prima persona ogni qual volta ho il sospetto che un diritto dei cittadini venga violato. Spero solo che non si continui, come in questi ultimi giorni, a far scadere le vicende politiche in battaglie personali». Da parte loro, gli inquirenti restano con le bocche cucite. Sebbene la perquisizione sarebbe partita senza l'apertura di un'inchiesta, le stesse spiegazioni fornite da Colucci agli investigatori avrebbero potuto far avviare indagini ad ampio raggio.