Cronaca"L'omicidio dell'Ospedale di Cava"

"L'omicidio dell'Ospedale di Cava"

Inserito da (admin), venerdì 9 marzo 2012 00:00:00

Solo oggi si accorgono che l’Ospedale di Cava de’ Tirreni è ormai morto per “asfissia”. Sì, per asfissia. Il termine è esatto. Chi doveva eliminarlo per accorpare Cava a Salerno - chiudendo il primo - non ha avuto la forza di farlo (per le tante pressioni ricevute sia da destra che da sinistra), ma fingendo di lasciare in vita il nostro nosocomio, l’ha lentamente dissanguato, fino al punto da farlo morire per emorragia inarrestabile.

E per il sindaco l’Ospedale è aperto. Si, è aperto. Ma forse rimarrà aperto solo l’obitorio! Ci chiediamo e chiediamo: ma l’Ospedale per il nostro sindaco non doveva non chiudere? E sempre secondo il primo cittadino, non è vero che nel caso di chiusura dell’Ospedale egli si sarebbe dimesso? Forse è il tempo di farlo.

L’Ospedale è in uno stato asfittico e comatoso, ormai morituro, smembrato come il corpo umano sottoposto ad autopsia. Gli ammalati vengono fatti stazionare sulle barelle delle ambulanze; mancano tra tante cose persino gli aghi, i cerotti e l’ovatta; il personale è stato ridotto ed inoltre, fra non molto, con astuzia, l’Ospedale verrà definitivamente chiuso, lasciando forse il solo pronto soccorso.

Ed il sindaco parla di Ospedale aperto! E ne vorrebbe costruire un altro nei capannoni terremotati e squallidi che ha comprato per quattro milioni e mezzo di euro. Uno sperpero di denaro pubblico ineguagliabile. Una pura follia! Ma se resta aperto l’Ospedale a cosa serve costruirne un altro? Il sindaco, quindi, sa che l’Ospedale nei fatti è per il piano ospedaliero ormai chiuso. Ma con quali soldi costruirà l’Ospedale fantasma? E chi glielo farà fare?

Forse è solo un alibi per mascherare il suo fallimento, per non dimettersi e durare fino alla fine. Così come è un escamotage puerile il volersi presentare come un novello “barricadero” senza titolo e senza soprattutto il “fisic du rol”. Al massimo potrebbe fare il raccattapalle a tennis o lo stalliere all’ippica, sport a cui farebbe bene a darsi unitamente alla sua ciurma di naviganti assessoriali. Aspettiamoci ancora una volta di rivedere la farsa cavaiola dell’incatenamento.

Ma non ci conosce bene! Noi vigileremo per il bene della città ed a tutela del diritto alla salute dei cavesi. Non vorremmo che alla fine risultasse, per mano nostra, il quarto sindaco da abbattere per il bene dei cavesi, la qual cosa vorremmo evitare per gli enormi sforzi che esso comporta. Le guerre lasciano sempre feriti e morti anche nel campo dei vincitori. Ma se la guerra per il bene di Cava e dei cavesi si dovrà fare, noi la faremo, con tutte le nostre forze e le armi, nessuna esclusa.

Avv. Alfonso Senatore, Presidente dell’Associazione “Città Unita”

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