CronacaFondi ai consorzi, al via il nuovo bando

Fondi ai consorzi, al via il nuovo bando

Inserito da Il Denaro (admin), lunedì 1 luglio 2002 00:00:00

Fondi per i consorzi turistici e commerciali della Campania: è stato riaperto il bando regionale di attuazione della legge 549/95. Grazie ad una disponibilità di 1,892 milioni di euro, sarà possibile presentare nuove richieste di finanziamento entro il prossimo 30 settembre. La Giunta regionale ha approvato le graduatorie relative alla prima tornata del programma, varato su iniziativa dell'assessore alle Attività produttive, Gianfranco Alois. Sono stati finanziati 10 consorzi, costituiti complessivamente da 56 imprese. Grazie a questo stanziamento, saranno realizzati investimenti per 17 milioni di euro ed attivati 312 nuovi posti di lavoro. Le richieste di finanziamento relative al nuovo bando potranno essere presentate secondo le stesse modalità previste lo scorso anno dal bando pubblicato sul Burc del 29 ottobre 2001. Vediamole in dettaglio.

Dove investire

Potranno accedere ai contributi i consorzi e le società consortili operanti nei settori commercio e turismo che vogliono realizzare investimenti in cinque zone specifiche della Campania: Campi Flegrei; Sistema Matese; Vallo di Diano; Monti Picentini; Litorale Domitio. In particolare, tutte le sedi operative della struttura consortile, del consorzio e degli altri soggetti beneficiari aderenti che richiederanno il contributo dovranno avere sede nei circa 70 Comuni ammessi alle agevolazioni dalla Regione Campania.

Chi può avere i fondi

I contributi previsti dal bando regionale sono destinati ai consorzi ed alle società consortili costituiti da almeno cinque Pmi, ciascuna delle quali non deve avere più del 20 per cento del fondo consortile o del capitale sociale. Possono richiedere i fondi, in particolare, le Pmi che: esercitano attività commerciale all'ingrosso ed al dettaglio o di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, comprese le cooperative di consumo, inclusa l'attività di commercio all'ingrosso, con alcune limitazioni; sono già ammesse ai benefici della legge 488-turismo in Campania (alberghi, motel, villaggi-albergo, residenze turistico-alberghiere, campeggi, villaggi turistici e così via, secondo la legge n. 217/83); esercitano ulteriori attività ammissibili alla legge 488-turismo individuate a livello regionale; consorzi e società consortili costituite da Pmi commerciali, turistiche o di servizi; organismi costituiti prevalentemente da imprese commerciali e turistiche che gestiscono servizi comuni per gli associati; Pmi associate che si impegnano a costituirsi in consorzio o società consortili in caso di aggiudicazione di contributi, entro trenta giorni dall'ammissione ai benefici.

Le finalità e le limitazioni

Gli investimenti devono puntare alla riqualificazione delle attività commerciali e turistiche campane mediante un'azione combinata intersettoriale, sia sulle strutture che sui servizi. Saranno ammesse a contributo a fondo perduto le spese per specifici beni immateriali (fino al 40 per cento dell'importo) e materiali, fino al 60 per cento. Sono considerate ammissibili a contributo solo le spese effettuate dopo la presentazione della domanda. I costi rimborsabili potranno riguardare anche interventi relativi a singoli consorziati, purché integrati tra loro secondo una logica di sviluppo comune evidenziata nel business plan (come, ad esempio, il recupero degli immobili commerciali e turistici di un intero borgo). Le spese ammissibili riferite al consorzio o alla società consortile dovranno comunque superare il 50 per cento dell'investimento complessivo. La quota residuale dovrà essere ripartita tra i consorziati o i soci della società consortile in proporzione alla propria loro quota di partecipazione. I progetti dovranno essere realizzati entro due anni dall'accettazione del contributo, prevedere un investimento minimo di 516.000 euro, nonché un contributo massimo in conto capitale di 1.032.000 euro. La struttura consortile che richiede il finanziamento dovrà garantire un apporto di mezzi propri di almeno il 25 per cento dell'investimento complessivo del programma.

L'istruttoria

Così come nel primo bando, anche in quest'occasione la selezione dei progetti sarà completata entro sessanta giorni dalla scadenza dei termini di presentazione delle domande. I criteri per l'attribuzione dei punteggi sono otto: grado d'innovazione tecnologica del progetto; redditività del capitale investito a seguito dell'investimento; migliore margine di struttura finanziaria-patrimoniale dopo l'investimento; impatto occupazionale determinato dall'investimento; grado di efficienza della spesa; impatto ambientale; grado d'interrelazione con l'ambiente locale; capacità di recupero del degrado urbano e rurale. Il punteggio per la formazione della graduatoria sarà ottenuto dalla media dei punteggi dei partecipanti alla struttura consortile, ponderata con le quote di partecipazione. È previsto un acconto del 50 per cento del contributo erogabile dopo la dichiarazione di avvenuto inizio dei lavori, previa presentazione di idonea garanzia fidejussoria, assicurativa o bancaria, da svincolare al saldo.

LE SPESE AMMISSIBILI

Beni immateriali

- Studio e progettazione dell'iniziativa (entro 10 per cento della spesa complessiva ammissibile);

- Acquisizione di consulenza professionale utile alla realizzazione del progetto (ad esempio, il sistema di qualità aziendale Iso 9000-Vision 2000; il sistema di qualità ambientale Iso 14001-regolamento Emas; azioni di commercio elettronico) entro il limite massimo di lire 1.200.000 giorni/uomo e, comunque, per non più del 10 per cento della spesa ammessa;

- Realizzazione di piani di marketing, promozione di loghi distintivi, poli o pacchetti che valorizzino le risorse economiche, anche in termini di produzione artigianali, e le risorse ambientali e culturali locali (tali spese sono ammissibili solo se sostenute dalla struttura consortile).

Beni materiali

- Opere murarie per recupero, ampliamento, completamento, trasformazione (anche con cambio di destinazione), ristrutturazione, ammodernamento (anche in adeguamento alle vigenti normative nazionali e comunitarie), riattivazione di immobili da destinare ad attività commerciali, turistiche e di servizi o già adibiti a tale attività;

- Acquisizione di attrezzature ed impianti nuovi di fabbrica;

- Spese relative ad interventi atti a riqualificare il contesto territoriale nel quale l'iniziativa si inserisce nel pieno rispetto delle normative vigenti.