CronacaCava "rifiuta" Nocera

Cava "rifiuta" Nocera

Inserito da La Redazione (admin), giovedì 15 dicembre 2011 00:00:00

La separazione dei cantieri di Cava e Nocera. Non lascia scampo la soluzione paventata dal sindaco Marco Galdi che ieri, in sede di Consiglio comunale, ha lanciato la sua idea per salvaguardare la situazione finanziaria della Se.T.A. S.p.a., la società responsabile dei rifiuti sul territorio metelliano e nocerino.

Volta a tutelare la posizione dell’Ente cavese e dell’intera cittadinanza - come ribadito da lui stesso - Galdi avrebbe palesato l’intenzione di comunicare la sua proposta già nella giornata odierna al commissario prefettizio del Comune di Nocera Inferiore, Mattei (nel pomeriggio, infatti, sarebbe in programma un incontro tra le parti).

In effetti sulle casse della società presieduta dall’avv. Giuseppe Bisogno peserebbe un “meno” 13 milioni di euro, riconducibili alla situazione debitoria dell’Ente nocerino. Di tutt’altro “colore”, invece, lo stato finanziario del Comune di Cava de’ Tirreni che, secondo fonti provenienti da Palazzo di Città, viaggerebbe su livelli positivi.

Durante l’assise comunale di ieri, a tenero banco sempre sulla vicenda immondizia è stata anche la questione relativa al possibile cambio di gestione del primo livello del ciclo dei rifiuti. Gestione che attualmente è affidata alla Se.T.A. ed al Consorzio di Bacino Sa1, ma che dal 1° gennaio 2012 potrebbe passare alla provincializzata Ecoambiente. A tal proposito, il sindaco Galdi si sarebbe fatto promotore di un ordine del giorno, approvato anche dall’opposizione, circa l’affidamento ai Comuni dei servizi di spazzamento, raccolta, conferimento agli impianti e riscossione Tarsu.

Di tutt’altro parere, invece, le forze di minoranza si sono espresse sull’alienazione dei beni comunali. Da tempo in campo per la tutela del patrimonio cittadino, gli esponenti dell’opposizione avrebbe avanzato la proposta di sospensione dei bandi di vendita del Complesso Monumentale di San Giovanni (il terzo avviso scade venerdì 23 dicembre, con un prezzo a base d’asta fissato a 7 milioni 650mila euro) e dei mini-alloggi e dei negozi di Corso Umberto I e di via della Repubblica di recente ammessi nella lista dei beni alienabili.

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