CronacaCava de' Tirreni: da vittime a carnefici, tre arresti per droga usura ed estorsioni [VIDEO]
Inserito da (Redazione), martedì 30 maggio 2017 07:14:51
Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di droga, usura pluriaggravata, estorsioni continuate aggravate dal metodo mafioso ed intestazione fittizia dei beni.
Questi i reati di cui dovranno rispondere le tre persone arrestate. L'operazione avviata nel 2015 ha portato al sequestro di due società di Cava de'Tirreni del settore dei trasporti privali e del noleggio e vendita di autovetture mentre sono state eseguite perquisizioni nei confronti di altri quattro indagati di cui tre provenienti dal'area di Scafati- Castellamare di Stabia, attualmente coinvolti nell'attività di usura e in un caso nel delitto di riciclaggio.
Oltre una decina le vittime di usura identificate così come hanno spiegato gli inquirenti stamani nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nell'Ufficio del Procuratore della Repubblica Dott. Corrado Lembo.
In particolare le indagini condotte dalla Mobile di Salerno e dal reparto territoriale dei Cc di Nocera Inferiore e coordinate dalla Procura Distrettuale Anitmafia di Salerno hanno consentito di documentare la presenza e l'operatività di un gruppo facente capo a Dante Zullo, già condannato per partecipazione ad associazione mafiosa, coadiuvato dal figlio Vincenzo Zullo, già sottoposto fino a pochi anni fa alla misura della sorveglianza speciale e da Vincenzo Porpora che nonostante fosse ai domiciliari ha continuato a commettere delitti.
Dall'operazione è emerso che in ben due casi Dante Zullo facendo leva sul suo riconosciuto spessore criminale è riuscito a coinvolgere nella propria organizzazione persone che da vittime si sono trasformati in parte attiva dei delitti posti in essere.
È accusato di usura invece Vincenzo Porpora: l'indagine era partita da una pescheria di Cava dei Tirreni, il cui titolare aveva avuto dei problemi economici ed aveva chiesto €6800 in prestito, ma poi per questo prestito Porpora gli aveva chiesto interessi per quasi €4000. È sempre Vincenzo Porpora che aveva poi organizzato un incontro tra Dante Zullo e Giovanni Sorrentino, che è un noto imprenditore Cavese operante nel settore dei trasporti turistici e nel noleggio delle autovetture. L'uomo era stato costretto a depositare sempre più soldi ai due e ad addirittura era stato costretto ad intestarsi fittiziamente veicoli, immobili, cavalli e conti corrente da mettere a disposizione di Zullo e Vincenzo Porpora.
Addirittura tra il 2015 e il 2016 la Sorrentino travel era stata costretta ad assumere Dante Zullo e sua moglie Carmela Lamberti, dandogli i soldi e contributi previdenziali pure in assenza di prestazioni di lavoro. Questa società in pratica era completamente asservita alle esigenze criminali Dante Zullo.
Inoltre la Sorrentino Car, che faceva comunque capo a Giovanni Sorrentino e si occupava del settore del noleggio e vendita di autovetture, esisteva in un rapporto usuraio che legava Giovanni Sorrentino a Vincenzo Catania, originario di Castellammare di Stabia e che prima era in rapporti con Vincenzo Melisse, recentemente arrestato per traffico internazionale di stupefacenti dalla Dda di Napoli. Questa società veniva attribuita anche a un fiduciario del creditore ovvero Giuseppe Paolillo a sua volta indagato per riciclaggio.
Ad occuparsi però di riscuotere i fondi era Vincenzo Porpora con il metodo mafioso, insieme altre 3 persone in corso di individuazione, mentre le indagini continuano per identificare almeno un'altra trentina di indagati, mentre l'antimafia di Salerno in questi giorni, sta ricostruendo i rapporti tra le parti in maniera precisa e mettendo in luce i rapporti criminali che esistevano tra Cava dei Tirreni, Scafati e Castellammare di Stabia.