CronacaCasa Apicella ancora "ingabbiata"

Casa Apicella ancora "ingabbiata"

Inserito da (admin), mercoledì 23 novembre 2011 00:00:00

Quanti cavesi e non, nel transitare per Via Carlo Santoro, diretti alle Frazioni di San Lorenzo, Santissima Annunziata, San Pietro e Croce, hanno impattato coll’impalcatura posta dinanzi all’ingresso principale del cinquecentesco edificio che noi nativi della Città di Cava de’Tirreni identifichiamo in “Casa Apicella - Palazzo Sparano”, non spiegandosi quale sarà stato il motivo che ha indotto l’impresa edile a rimuovere la restante parte dell’impalcatura che cingeva l’edificio prospiciente Via Raffaele Ragone ed il primo piano dello stesso stabile, lasciando ingabbiato il piano terra.

Così si cagionano non pochi disagi a quanti, a piedi od in macchina, sono costretti a transitare per l’angusta e pericolosa strettoia, atteso anche, e questo è gravissimo per la sicurezza dei cittadini, che il segnale di divieto d’accesso, posto nei pressi dell’edificio scolastico, non viene rispettato dagli automobilisti che, diretti al Borgo, scendono da Via Carlo Santoro! Se sono finiti i soldi all’uopo stanziati, si chiede la società civile metelliana, perché non far rimuovere l’impalcatura rimasta, per poi riposizionarla quando sarà possibile riprendere i lavori? L’imposta per l’occupazione del suolo pubblico non grava sui costi!

Facendo un passo indietro nella storia cittadina, segnaliamo che i lavori di ristrutturazione ed ampliamento del fu edificio scolastico Casa Apicella - Palazzo Sparano, inseriti definitivamente nel piano triennale 2002-2004, dopo aver subito un cambio di destinazione d’uso in “Archivio-Biblioteca San Lorenzo”, furono affidati all’Architetto Arturo Sammarco, con l’approvazione del progetto preliminare per €. 758.852,92 e definito di 1.204.079,45 euro. Nel 2007 la Civica Amministrazione decise di destinare la struttura in parola a “Contenitore culturale e/o Centro di formazione San Lorenzo” e, per far fronte a tale bisogna, l’Architetto Adalgisa Sammarco, Progettista e Direttrice dei Lavori, succeduta all’Architetto Arturo Sammarco, stilò l’aggiornato piano di lavoro esecutivo.

Il complesso Casa Apicella, attualmente costituito da un piano terra ed un primo piano, con copertura a terrazzo, risale (presumibilmente) alla fine del ’500. Dall’ingresso di Via Carlo Santoro si accede al cortile, caratterizzato dalla presenza d’archi in pietra vesuviana e volte a crociera, che costituiscono un piccolo porticato antistante i locali a piano terra. Un’ampia scala permette di accedere al primo piano ed al terrazzo di copertura. Sul lato est dell’edificio sono visibili due lesene scanalate (tipo colonne) e nell’angolo di Via Carlo Santoro-Via Raffaele Ragone è presente una colonna in piperno, stile dorico. Nel cortile vi è un porticato con colonne ed archi in pietra scolpita, tipo vesuviana. Sino alla fine del ’900, l’edificio era coperto a tetto, con falde variabili inclinate, con cornicione aggettante di coronamento. Nel corso del tempo il fabbricato ha cambiato più volte la destinazione d’uso e non è scampato neanche ai danni causatigli dagli eventi bellici del ’43 e sismici del 1930 e del 1980.

Livio Trapanese

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