Cronaca«Alienazione dei negozi, perdita da oltre 3 milioni di euro»

«Alienazione dei negozi, perdita da oltre 3 milioni di euro»

Inserito da (admin), lunedì 28 maggio 2012 00:00:00

Esposto alla Corte dei Conti. Il Comune di Cava ha fatto perdere alla città 3.115.640,78 di euro svendendo 5 negozi di Corso Umberto. Questo dice la perizia giurata da 2 consulenti del Tribunale. Indagate, giudicate di chi é la colpa e fate risarcire la città. Per tutti i 5 negozi (3 della farmacia, il parrucchiere e l’abbigliamento bambini) il Comune ha ricavato 1.942.359 €. Invece dai calcoli della perizia, giurata dall’ing. Emidio Maturo e Mario Farano, risulta un valore di 5.058.000 €. Queste e altre irregolarità segnalate nell’esposto inviato da “No svendita” alla Corte dei Conti.

La perizia era stata commissionata dal “No svendita”, coordinamento di associazioni civiche operanti sul territorio, sorto spontaneamente all’indomani della decisione dell’Amministrazione comunale di indire le aste. Le associazioni di “No svendita” erano infatti preoccupate che i valori, poi utilizzati come base delle aste, fossero stati sottostimati dall’Agenzia del Territorio, che il Comune incaricò di effettuare le stime.

Giusta preoccupazione, perché i periti Maturo e Farano hanno ora rilevato che l’Agenzia aveva effettuato le valutazioni prendendo a base 4 vendite che si riferivano a 2 negozi di traverse poco commerciali del corso (via Diaz e via Balzico) o addirittura di altre zone (corso P. Amedeo e via V. Emanuele). E 10 offerte delle agenzie immobiliari per negozi ubicati in via Martiri Della Libertà, via P. Lamberti, via F. Ferrara, via A. De Gasperi, via V. Veneto, via G. Vitale, viale degli Aceri, corso G. Mazzini, via Monticelli, insomma in zone che nulla hanno a che fare con corso Umberto ed il suo valore immobiliare.

Invece la stima dei periti del Tribunale è stata fatta, più correttamente, prendendo in considerazione e confrontando le vendite di negozi sullo stesso Corso Umberto, addirittura nello stesso fabbricato di quelli venduti all’asta. I periti, in un’articolata relazione, copiosa di riferimenti normativi e di conteggi, concludono che l’operato dell’Amministrazione comunale e quello dell’Agenzia del Territorio sono stati tali che si è prodotto un danno erariale di € 3.115.640, dato dalla differenza tra il valore da loro stimato e quello di vendita.

A questo punto, avendo avuto conferma della fondatezza delle proprie preoccupazioni, “No svendita” si accinge ad inoltrare un esposto alla Procura generale della Corte dei Conti. Gravi le irregolarità segnalate:

1) sotto accusa lo stesso incarico conferito all’Agenzia del Territorio, incarico che poteva benissimo essere svolto dai tecnici comunali. Scelta che ha provocato ulteriore danno alle casse comunali per decine di migliaia di euro. Non solo, l’incarico è stato dato senza gara e accettando il diktat dell’Agenzia su prezzi, penali e altre condizioni contrattuali assolutamente sbilanciate e contrarie agli interessi del Comune;

2) inoltre non è stata svolta adeguata promozione commerciale per favorire l’interesse di investitori cavesi e non;

3) sono state violate le disposizioni di legge e di regolamento, in quanto le valutazioni non sono state fatte al prezzo di mercato e non si è tenuto conto dei valori locativi dei negozi. Cosa che è invece stata fatta dai periti di “No svendita” che hanno riscontrato una corrispondenza tra prezzi di vendita e canoni di locazioni (in genere una cosa vale per quello che rende).

Ma il fatto che sia stata l’Agenzia del Territorio a fare valutazioni errate non fa venir meno le responsabilità dell’Amministrazione comunale, la quale, non solo le ha accettate, pur avendo al suo interno le professionalità necessarie per il loro riesame. Ma ha anche, nell’affidare esclusivamente ad essa Agenzia le valutazioni degli immobili, fatto una scelta. E di questa scelta, secondo “No svendita”, è chiamata a rispondere davanti al Giudice.

Mario Farano

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