Cronaca‘Abbiate cura dei nostri ragazzi'

‘Abbiate cura dei nostri ragazzi'

Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 28 febbraio 2002 00:00:00

Monsignor Orazio Soricelli (nella foto) indica alla Chiesa di Amalfi-Cava il cammino pastorale per i prossimi anni. E lo fa con lo stile che gli è consueto: dolcezza mista a ferma determinazione. La guida, le linee indicate da Papa Giovanni Paolo II e gli orientamenti della Conferenza Episcopale: il vescovo ha indicato la rotta nel segno di una vera e propria riappropriazione e rivisitazione dei documenti del Concilio Vaticano II e delle tematiche ecclesiali, bibliche ed eucaristiche. Quali le linee pastorali nei prossimi anni? «Son quelle già delineate dal Papa e dalla Conferenza episcopale e che in ogni diocesi saranno modellate alle esigenze concrete e reali della comunità. E possiamo dire di aver avviato un buon lavoro». In che senso? «La nomina di un Vicario episcopale per la Pastorale, nella persona di don Antonio Porpora, sta a testimoniare la nostra grande attenzione. Abbiamo sottolineato la necessità di ridare alla Chiesa di Amalfi-Cava quello slancio e quella identità di popolo di Dio veri». In particolare, quale il cammino prospettato? «Abbiamo indicato tre tappe: Chiesa, Parola, Eucarestia. Temi sui quali ci interrogheremo, ci esamineremo, ci confronteremo e, proprio alla luce del messaggio papale e della Conferenza Episcopale, ci muoveremo. Nel nostro territorio, in particolare nelle parrocchie, sono state create le strutture di movimento del cammino della Chiesa. Ma hanno bisogno di essere riviste, aggiornate, rimodellate. Il mio pensiero va ai consigli parrocchiali, alle loro rappresentanze ed alle loro identità». Quali altri momenti sono previsti? «Raggiunte le tre tappe, inizierà la visita pastorale, il diretto rapporto del vescovo con le sue chiese, con le comunità, un riconoscersi viandanti uniti per lo stesso obiettivo. Al termine apriremo il Sinodo diocesano. L'ultimo a Cava si è avuto nel 1920 e ad Amalfi nella metà degli anni Venti. Nel corso di questi anni proveremo a costruire una Chiesa nella quale ognuno potrà riconoscersi e lavorare. Vorrei sottolineare lo spirito missionario che dovrà essere acquisito». Quale il suo sogno? «Un grande spirito unitario della Chiesa, una crescita della carità, un sentirsi fratello dell'altro. E poi, che la mia Chiesa di Amalfi-Cava diventi missionaria. Sogno di poter, al termine di questo cammino, finalmente inviare in terra di missione un'espressione della Chiesa: prendersi cura per un breve periodo di una parrocchia dove sacerdoti, famiglie, giovani cavesi possano lavorare. Un legame vero e duraturo».