Economia e TurismoBeffa nel finale, il Taranto piega una Cavese "spuntata"

Beffa nel finale, il Taranto piega una Cavese "spuntata"

Inserito da (admin), martedì 10 novembre 2009 00:00:00

Perde e si dispera la Cavese, perché capace di gestire la gara per 80 minuti senza alcun affanno, salvo poi schiacciarsi troppo nel finale con l’uscita dal campo di Tarantino, fino ad alimentare il forcing del Taranto, tradotto in gol da un’inzuccata di Correa. Stretta, compatta ed autoritaria al di là delle assenze pesanti (Nocerino su tutti) e del valore di un avversario da brividi, subito imprigionato nella fonte del gioco (Correa) e schiacciato nel baricentro dal pressing alto portato dai trequartisti ed a scaricare dai mediani Bacchiocchi e Maiorano.

La Cavese ci fa un figurone, allarga crepe nel rombo avversario, sottolinea i limiti strutturali ionici e lascia alla formazione di Brucato soltanto l’esercizio dell’individualismo. Corona prova a galleggiare dietro Farina, ma viene colto sistematicamente in fuorigioco, perché la difesa della Cavese è alta. Bolzan viene ancorato ai blocchi di retroguardia, Mezavilla è costretto a tamponare, raddoppiando le marcature, e la Cavese guadagna via via campo e certezze sempre più granitiche. Il problema è quello di sempre: la capitalizzazione della manovra. Bernardo, che prima punta non è, viene strozzato nella marcatura di Viviani e Migliaccio e, quando si ritrova liberissimo in area di rigore (14’), sciupa un assist di Schetter.

C’è poi chiaramente il Taranto, che non ragiona da squadra, ma ha comunque uomini solidi. Tatticamente è un gran bel vedere, perché la Cavese somiglia ad una scacchiera, occupa tutte le caselle del campo, lascia appena le briciole al talento di Correa. Ma lo spettacolo, in una gara bloccata, su un campo pesante e con nervi messi a dura prova dalla classifica, va a farsi benedire. E quando alla mezz’ora Russo lancia nel corridoio con tempismo (prima giocata rapida del Taranto), lo “Iacovone” s’infiamma e s’esalta, salvo poi disperarsi sul destro di Corona, che manda fuori di poco un assist di tacco di Correa. La formazione di Brucato avanza il baricentro, richiedendo a Correa una maggiore partecipazione in fase di costruzione e trovando nella corsa di Imparato il valore aggiunto: l’ex Paganese assume sembianze da Cafù al 37’ e con un destro incrociato chiama Russo alla grande parata. Lo stesso numero uno aquilotto, poco dopo l’assolo del solito Tarantino (sinistro sul primo palo, Bremec costretto in corner), si mette in mostra al 43’ (uscita tempestiva su Nicola Russo) ed al 45’ (spaccata su sinistro defilato di Corona), per impedire alla Cavese di capitolare in un finale di primo tempo più sofferto del previsto.

Due grosse occasioni il Taranto se le procura anche ad inizio ripresa (prima Russo alza la mira, poi Migliaccio sfiora l’incrocio avvitandosi di testa su un corner di Correa), ma non sono figlie di una netta supremazia, perché la Cavese pressa, accorcia e ritorna quasi sui livelli della prima mezz’ora. Tant’è che Brucato, dopo 20 minuti, arretra Correa a centrocampo e manda Scarpa tra le linee per alimentare la trazione offensiva. La replica di Maurizi è fin troppo prudente: Scartozzi prende il posto di Tarantino e la Cavese si fa schiacciare dal Taranto, che sfiora il gol con un’inzuccata di Viviani e lo trova poi al 40’ con un corner di Quadri, che Correa corregge di testa all’incrocio, aiutandosi col gomito su Maiorano.

Maurizi, furioso con l’arbitro, diserta la sala stampa. Schetter: «Perdere così fa molto male»

Mischia rabbia, sudore e gocce di pioggia, Agenore Maurizi, nell’intenso dopo-gara di Taranto. Il gol di Correa gli fa male più del febbrone che l’ha debilitato nella lunga vigilia. Non passa nemmeno per la sala stampa. L’antistadio diventa, allora, l’unico luogo non ufficiale dove poter raccogliere reazioni ed umori. Chiaramente affondati da quel colpo di testa micidiale di Correa a 5 minuti dalla fine. Il tono di voce di Antonio Schetter è dimesso per questo, «perché perdere a Taranto ci può anche stare, ma perdere in quel modo fa davvero male». Capitano in assenza di Nocerino, al funambolo napoletano scotta da morire il ko che ha interrotto la lunga serie positiva: «Per ampi tratti della contesa abbiamo dominato, avuto controllo totale delle operazioni e superiorità costante nel cerchio di centrocampo. Certo, ci è mancata la finalizzazione del gioco, ma non dimentichiamo che avevamo di fronte una difesa esperta e smaliziata».

L’episodio che ha deciso l’incontro è il pomo della discordia ed il motivo che ha suscitato le ire della Cavese: «La differenza tra noi ed il Taranto - arriva a dire Schetter - è tutta nella mancata assegnazione di quel fallo netto su Maiorano. L’arbitro aveva diretto bene la partita, ma ha sorvolato sulla spinta evidente di Correa». C’è dell’altro, però, dietro la sconfitta dello “Iacovone” e guai a nasconderlo. Da buon capitano, Schetter annuisce e riconosce che «sia sul finire del primo tempo che negli ultimi minuti della partita abbiamo abbassato troppo il raggio d’azione, perché forse temevamo di perdere un’occasione così ghiotta. Ma così facendo abbiamo permesso al Taranto di salire con insistenza e di punirci, anche se in maniera irregolare e confusa». La classifica non è eccezionale, ma il gioco prodotto per 80 minuti autorizza ad essere ottimisti: «Magari questa sconfitta ci servirà da lezione per il futuro, ci aiuterà a crescere sul piano della personalità ed a non perdere più partite in questo modo assurdo».

Sulla stessa lunghezza d’onda Tarantino, uno dei più pericolosi dell’undici di Maurizi: «Non credo si possa criticare la prestazione della squadra. Certamente in organico non abbiamo una punta che possa garantire 20 reti. C’è poi anche dell’altro che fa riflettere e s’è visto proprio contro il Taranto: anche uno come Corona fa fatica in questa categoria, ciò vuol dire che questo torneo è equilibrato e per nessuno è facile segnare caterve di gol. Tra l’altro, il capocannoniere del girone è Stefani, un difensore». Sulla gara l’esterno ha pochi dubbi: «Ancora una volta abbiamo dimostrato il nostro valore. Tutto sommato abbiamo giocato un buon primo tempo, eravamo organizzati ed anche frizzanti sulle corsie esterne. Sinceramente, non so quante squadre verranno a Taranto con questo piglio». Sulla rete di Correa, poi, c’è più di un sospetto che alimenta i rimpianti delle squadra: «A tutti noi è parsa evidente la spinta di Correa su Maiorano. Il nostro giocatore è stato messo fuori causa ed il tarantino ha avuto via libera per la rete dell’1-0. Questo episodio ha deciso la gara in loro favore».

Casillo lascia il club aquilotto

L’amore è finito dopo nemmeno 4 mesi, la passione è svanita tra incomprensioni e malumori. Pasquale Casillo ha lasciato la Cavese: pare non fosse contento delle strategie di mercato, nemmeno sulla conferma di Maurizi. Indiscrezioni assai attendibili, però, dicono anche che non avesse ancora messo mano al portafoglio. 400mila euro circa: questo il valore del 35% del pacchetto azionario rilevato in estate, in una suddivisione delle quote ripartita poi tra il patron Antonio Della Monica e l’imprenditore Giovanni Lombardi, ex patron della Scafatese ed anch’egli titolare del 35% delle azioni per un valore di 400mila euro. E proprio nell’albergo di Lombardi, l’Holiday Inn, venerdì sera si è chiusa l’avventura di Casillo nella Cavese: con Della Monica ha chiuso i conti, rigirandogli le proprie quote. Al suo posto dovrebbe restare invece Peppino Pavone, stretto collaboratore di Casillo, anche se pare che dalla squadra emerga qualche malumore sull’atteggiamento dell’ex diesse di Foggia e Salernitana.

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