CronacaSi toglie la vita a Nocera, Seid lascia una lettera: «Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle»

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Si toglie la vita a Nocera, Seid lascia una lettera: «Sento gli sguardi schifati per il colore della mia pelle»

Il Corriere della Sera ha reso noti solo alcuni passaggi della lettera scritta dal giovane, con un passato nelle giovanili del Milan e del Benevento, che fanno trasparire la sua sofferenza

Inserito da (redazioneip), sabato 5 giugno 2021 12:18:59

Si sono svolti stamane i funerali di Seid Visin, il 21enne trovato morto nella sua abitazione a Nocera Inferiore. Il giovane, con un passato nelle giovanili del Milan e del Benevento, si è tolto la vita impiccandosi nel suo appartamento. Una notizia che ha scosso non solo tutto l'Agro Nocerino, ma anche il mondo del calcio.

Ai funerali, celebrati nella chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Cicalesi di Nocera Inferiore, è stata letta la lettera che Seid aveva scritto anni prima e che è stata ricondivisa dai suoi amici, dalla sua psicoterapeuta e anche da diverse testate giornalistiche, come il Il Corriere della Sera. Una lettera che fa trasparire la sofferenza del 21enne:

«Io non sono un immigrato. Sono stato adottato da piccolo. Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sembra che si sia capovolto tutto. Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani (bianchi) non trovassero lavoro. Dentro di me è cambiato qualcosa. Come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone, che non mi conoscevano, che ero come loro, che ero italiano, bianco.

Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l'odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati. Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d'acqua in confronto all'oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anziché condurre un'esistenza nella miseria e nell'inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l'hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente ‘Vita'».

La famiglia ha voluto precisare che il gesto estremo di Seid non deriva però da episodi di razzismo. A Telenuova, i familiari del 21enne hanno escluso con fermezza ogni correlazione tra il gesto e la pista razzista.

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